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Duecento case spazzate via dall’acqua e 19 morti, non andrebbero dimenticati. Ed infatti oggi, 5 ottobre 2015, chi ha un minuto per ricordare magari pubblicamente dell’anniversario di quella terribile alluvione che si abbatté a Selargius, a Quartu e nella vicina Quartucciu 126 anni fa? Il 5 ottobre del 1889 la sciagura fu terribile. Colse tutti impreparati dopo una intensa notte di pioggia che riversò tantissima acqua in “Sa Riu”. Così veniva chiamato il nome del fiume di Selargius. Fin qui niente di strano ma, complice la sporcizia accumulatasi nel suo alveo, fu proprio dal fondo del fiume che si scatenò una specie di onda anomala. S’Unda, così la ricorderanno gli abitanti del posto, ebbe come l’effetto di una bomba. Sprigionò tutto l’impeto d’una miriade di oggetti spinti dal fiume tracimante su case e persone. Quell’esplosione d’acqua, in una manciata di minuti, seminò infatti molte vittime: 10 a Quartu, 4 a Quartucciu e 5 a Selargius.
Fu un miracolo se quel torrente “impazzito”, spazzando via più di duecento case, non travolse altre persone. Tuttavia questo triste evento ebbe ripercussioni negative anche per l’economia locale. Una vasta fetta del Campidano, a quei tempi coltivata, si risvegliò invasa dall’acqua.
Centinaia di persone cercarono disperatamente e in ogni dove i dispersi. Ma molti di loro erano oramai morti. I corpi di un uomo e di una donna che abitavano a Selargius furono ritrovati nei giorni seguenti. A illuminarli furono i raggi del sole, tra i canneti dello Stagno di Molentargius.
A pensare che nei secoli passati il “torrente di Selargius ” si snodava nei pressi delle attuali vie Sant’Olimpia e Roma. Ancor oggi infatti i Selargini doc chiamano quest’ultima con il nome de “Sa Riu”. O de “S’Arriu e Santu Janni“, che indicherebbe San Giovanni. Nel mese di Settembre del 1868 un ciclone che vomito’ acqua sul paese si portò via altre 7 persone. Tra le quali i fratelli Serreli.
Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo. “Per non dimenticare quel che qualcuno, forse tra gli amministratori pubblici, ha scordato” afferma Carlo Desogus, autore di un libro edito nel 2000 proprio sull’onda anomala del 5 ottobre del 1889. “Da un lato è pur vero che non tutti conoscono la storia, ed oggi, per l’ennesima volta, non c’è notizia di una ricorrenza legata alle vittime di questi fatti tristi, comunque da approfondire e da non scordare, per evitare che in futuro possano ripetersi cose del genere, laddove l’uomo può”.
Marcello Polastri