A Cagliari movida ko dall’una, ristoratori furiosi: “Meno tavolini e rione blindato? Truzzu, così falliremo”

Una doccia gelata, che arriva proprio mentre si parla di riaperture dei locali all’aperto. Il Comune approva il piano di risanamento acustico, i titolari dei locali food increduli e arrabbiati: “Tutto per colpa del chiasso? Non siamo mica alle Canarie. Il sindaco ci ripensi, sennò sarà un’estate tragica e non potremo nemmeno assumere giovani”


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Il Comune di Cagliari spegne la movida. Con il sì al piano di risanamento acustico approvato ieri dal Consiglio comunale scattano tutta una serie di nuove regole nei rioni di Stampace e Marina: tavolini via all’una, ma anche una sforbiciata agli spazi all’aperto concessi ai locali per cibo, drink e gelati. E l’ipotesi di limitare l’accesso Marina e Stampace a nelle ore notturne. Il sindaco Truzzu ha già affermato che “il piano non mi piace, lo modificheremo”. Quando e come, però, non si sa. E ciò che conta sono gli atti ufficiali: il voto è già avvenuto, la notizia ha colto abbastanza di sorpresa i titolari dei locali. Già stremati per colpa delle restrizioni legate al Coronavirus, ora la nuova mazzata all’orizzonte proprio mentre a Roma tutti benedicono la ripartenza dei locali food all’aperto nelle zone gialle. Il capoluogo sardo si prepara, invece, ad andare controcorrente.
Massimo Mazzei, 45 anni, gestisce da dieci un locale in via Dettori: “Tavoli via all’una? No. Prima ne avevo venti, per il distanziamento ne ho potuti mettere solo 16: se il Comune deve tagliare gli spazi all’aperto, diventerà un grosso problema. È una decisione irreale e ingiusta, va contro le mie necessità”, afferma, “ho già mille difficoltà, anzichè essere di manica larga l’amministrazione cittadina ci sta mettendo in difficoltà. Sarà un’estate tragica, quando potremmo respirare rischiamo di fallire per sempre. Il rumore? Ci sono locali e locali, ho sempre cercato il dialogo con i residenti del rione”. Ma, alla fine, non sembra essere bastato.
 Fabio Mirigliani dirige sei locali food alla Marina: “Limitare l’accesso al rione? Sempre peggio, arrivo da un anno e mezzo di lacrime e sangue, siamo tutti alla canna del gas. Quando lavoro a pieno regime riesco ad avere anche 50 dipendenti”, osserva, “ho in totale un centinaio di posti a sedere all’aperto. Se li tagliano lavorerò meno, e non potrò assumere tanti giovani lavoratori stagionali. Ho ricevuto, in totale, appena quindicimila euro di ristori per tutti i miei locali, con il piano di risanamento acustico approvato non mi stupirò se tanti miei colleghi, purtroppo, falliranno. Anch’io ho sempre cercato il dialogo con gli abitanti, non è vero che in tutta la Marina, la sera e la notte, regnano chiasso e caos. Non siamo mica alla Canarie, dove ci sono discoteche. Truzzu, valuta meglio questa decisione, dacci una deroga e, magari, riparliamo del piano in autunno. Dobbiamo salvare l’estate 2021, è impossibile togliere i tavolini all’una di notte, il cagliaritano che mangia fuori resta sino a tardi, non è mica un turista”.


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