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Slitta a domani il voto sulla legge che istituisce la Zona franca integrale in Sardegna con una modifica allo Statuto. Oggi la discussione generale durata tre ore, con tredici emendamenti depositati finora, di cui due presentati dal centrodestra. Domani il passaggio in commissione Autonomia per cercare l’intesa politica sugli emendamenti, ridurre i tempi di approvazione della legge e tentare un percorso più condiviso, poi di nuovo in Aula alle 11. L’assessore alla Programmazione, Alessandra Zedda, si è detta disponibile a “migliorare ancora la legge, l’intenzione non è quella di rinunciare alle entrate fiscali dall’oggi al domani. Vogliamo però portare avanti una battaglia per i sardi”. Delusi i componenti del Comitato per la Zona Franca, che all’uscita dei consiglieri dall’Aula hanno urlato “Venduti, venduti”, manifestando la loro rabbia e delusione per lo slittamento dell’approvazione della legge.
Critico, durante il dibattito in Aula, Chicco Porcu del Pd. “Questa legge così com’è – ha spiegato – scatenerà l’ilarità di mezza Europa. Come intendono recuperare e compensare la perdita di 1,2 milioni di euro che verranno a mancare da imposte e Iva”. Polemico anche il collega di gruppo Giuseppe Cuccu: “L’autonomia richiede visione e responsabilità, non superficialità. Allora facciamo le cose seriamente pensando, per esempio, a una zona franca del lavoro invece di votare una legge che, se approvata, sarebbe la degna conclusione di una legislatura disastrosa”.
Secondo Efisio Arbau, (La Base) “la zona franca è l’unico strumento di cambiamento che abbiamo, le altre questioni sono di archeologia politica. Siamo in una fase importante che richiede un accordo per approvare una legge condivisa. Però è necessario chiarire alcuni aspetti: noi vogliamo la Sardegna fuori o dentro la linea doganale? Sono – ha continuato – per un sistema fiscale sardo. Vogliamo dallo Stato solo i soldi per garantire la continuità territoriale”. “Serve una buona legge – ha sottolineato Giacomo Sanna, del PSd’Az – il testo in discussione non può essere approvato prima di tutto perché rinuncia alla leva fiscale, e poi perché richiede una profonda modifica. La Sardegna non può diventare come Livigno. Si tratta comunque di un’occasione storica che questo Consiglio deve cogliere. Lo scopo è quello di costituzionalizzare il nostro diritto alla zona franca”. Guardate le video interviste a Gianvalerio Sanna e Franco Cuccureddu realizzate da Sardinia Streaming.