Partiti i pagamenti della cassa integrazione. E tutte le domande saranno lavorate dalla Regione entro il 15 maggio. E’ furente l’assessore regionale al Lavoro Alessandra Zedda. Hanno pesato in questi giorni le accuse della sottosegretaria del Mise Alessandra Todde circa la lentezza della Regione Sardegna (agli ultimi posti in Italia) nell’elaborazione delle pratiche. E sono volati anche insulti pesanti all’indirizzo dell’esponente della giunta Solinas che avranno “conseguenze legali”. La Zedda ha parlato della necessità di costruire un sistema informatico di elaborazione delle domande per far sì che le pratiche arrivassero all’Inps già pronte per una rapida valutazione. E assicura che i componenti della task force allestita dall’assessorato al Lavoro ha lavorato senza risparmiarsi e senza concedersi soste né il sabato né la domenica.
I numeri. A oggi (ma potrebbero arrivarne ancora) risultano presentate 13 mila e 911 domande di cassa integrazione in deroga. La Regione ne ha determinato 5 mila 961 e sta lavorando su altre 9 mila e 500 domande. Con un impegno finanziario complessivo di 22 milioni e 487 mila euro.
“Siamo pronti per concludere l’elaborazione delle domande entro il 15 maggio proprio come avevamo previsto”, ha dichiarato la Zedda, “ma intanto i lavoratori stanno iniziando ad avere nei loro conti correnti la cassa integrazioni”.
L’assessora ha fatto chiarezza sulla tempistica. Il 26 marzo la Regione sottoscrive l’accordo, il 30 raccolta delle firme la pubblicazione dell’accordo. Il 4 aprile l’avvio e l’8 dello stesso mese via alla raccolta delle domande. Il 22 aprile arrivano le accuse della Todde sulla lentezza della Sardegna. “il punto è che la Regione ha scelto un sistema informatico in grado di dare un prodotto di qualità”, ha spiegato la Zedda, “noi mandiamo all’Inps domande istruite in modo tale che quando arriva il flusso sia valutabile agevolmente. Dall’8 al 22 non siamo rimasti inoperosi, ma noi abbiamo costruito il sistema. Il meccanismo ha richiesto manutenzione, integrazione e valorizzazione ed è durato fino al 21 aprile e i lavoratori della task force non hanno visto un giorno di vacanza. Non dovevano buttarci la croce addosso e mettere la Sardegna alla gogna”.