Zedda il maestro di scuola: caro bimbo,essere gay o trans non è follia

Il Comune manda gli esperti tra i banchi delle scuole primarie a spiegare che essere gay e trans non deve essere motivo di discriminazione. In una città bacchettona come Cagliari, siamo davvero pronti a un’educazione così diretta? 


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La metafora per alcuni è perfetta: il sindaco Massimo Zedda che, durante l’orario di scuola, si “sostituisce” ai genitori e manda gli esperti pagati dal Comune a spiegare ai bambini delle scuole primarie di Pirri e Mulinu Becciu che cosa sono i gay, le lesbiche e i transgender. E che non è un problema se un ragazzino decide di cambiare sesso, o ha delle tendenze omosessuali. Il problema è però che molti genitori non la prenderanno bene: Cagliari è ancora una città “bacchettona”, certi argomenti soprattutto a certe età sono ancora tabù. Anche nell’era dei social network, dove il vero nemico è il cyber bullismo, dove le 12enni vendono il loro corpo sulla Rete per una ricarica sull’Iphone. Attenzione  però, questo che esplode in piena campagna elettorale è veramente uno scontro ideologico. Che va in scena sul fronte dell’educazione ai bambini, quindi su un binario delicatissimo. La destra (ma poi non esistono gay di destra?) grida allo scandalo: urla che non è giusto spendere diecimila euro per spiegare ai bimbi chi sono gli omosessuali, anzi è immorale anche soltanto pensare a una famiglia diversa da quella classica, dove la mamma e il papà sono insostituibili.

La sinistra invece ne farà un cavallo di battaglia. Su Fb Francesca Ghirra di Sel chiede alla commissione pari opportunità di insistere e afferma: “La Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari ha deciso di stanziare i fondi che aveva a disposizione per il 2013 per promuovere una delle attività che appartengono alle sue prerogative e competenze, ovvero un progetto per l’abbattimento degli stereotipi di genere e l’educazione alla differenza nelle scuole cittadine. Viste le sciocchezze che stanno circolando sono ancora più convinta dell’utilità di progetti come questo. Sarà il caso di promuoverli anche all’interno delle Istituzioni”. Insomma, non sarebbe male che anche lo stesso Edoardo Tocco li frequentasse?  Resta il fatto però che, Gay Pride a parte, il centrosinistra ha fatto poco per le unioni civili e il registro con appena otto coppie iscritte è stato un vero flop. Perché le coppie omosessuali non hanno minimamente gli stessi diritti di quelle tradizionali. Il sindaco Zedda, che da molti anni ha la tessera dell’Arc, ora fa una mossa coraggiosa: manda gli esperti tra i banchi delle scuole, contro le “disparità di genere”. Edoardo Tocco di Forza Italia, da anni in prima linea anche contro la prostituzione nelle strade, assicura che “non starà a guardare”. Lasciamo allora ai nostri lettori il giudizio su questa polemica: è giusto che un bambino magari possa scoprire soltanto a scuola dell’esistenza dei trans? Oppure è vero che, nell’era di Internet, bisogna combattere prima di tutto il bullismo contro le diversità? Il dibattito è aperto. 


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