Sacre armonie sotto le stelle con il concerto di The Choir of Gonville and Caius College di Cambridge diretto da Geoffrey Webber, che DOMANI (domenica 5 luglio) dalle 22 inaugura “La Notte dei Poeti” del CeDAC all’Anfiteatro di Monte Sirai a Carbonia: un programma dedicato alla musica irlandese e ai compositori inglesi dell’epoca dei Tudor, per un viaggio attraverso i secoli, sul filo delle note preziose degli Inni di Iona, i canti delle genti celtiche della Mitteleuropa e le Antifone di Columbano dal Libellus di Inchcolm, ma anche le originali partiture e trascrizioni di Barnaby Brown.
Il fascino delle voci – perfettamente intonate – dei giovani cantori dell’Università di Cambridge – eredi di una plurisecolare e feconda tradizione di cori universitari nel Regno Unito, si fonde al suono misterioso del northern triple-pipes, strumento antichissimo che ricorda nella forma le launeddas, che l’etnomusicologo e musicista Barnaby Brown ha cercato di ricostruire sulla base di uno studio iconografico e sul confronto fra le cornamuse scozzesi e il caratteristico strumento sardo a tre canne.
Un concerto raffinato ed evocativo che avrà come cornice ideale il sito archeologico di Monte Sirai, un luogo denso di storia, frequentato fin dal Periodo Neolitico quando l’Isola era una meta fondamentale sulle rotte dell’ossidiana: qui il Coro del Gonville & Caius College di Cambridge farà riecheggiare i canti liturgici e di ispirazione religiosa, alternando un’esecuzione a cappella all’accompagnamento del northern triple-pipes, in una performance di grande suggestione che darà il la anche a Carbonia al XXXIII Festival La Notte dei Poeti firmata CeDAC.
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Musica e danze nel cartellone de “La Notte dei Poeti” all’Anfiteatro di Monte Sirai: dopo l’inaugurazione affidata al Coro inglese (in tournée nell’Isola insieme a Barnaby Brown: i prossimi appuntamenti saranno il 10 luglio a Olmedo, nel sito archeologico di Monte Baranta e il 13 luglio nella Cattedrale di Alghero): sbarca a Carbonia sabato 11 luglio sempre alle 22 “# KOI / cantando danzavamo”, ideato, diretto e interpretato da Chiara Murru – in scena con un gruppo di attori-danzatori – con le elaborazioni elettroniche e l’installazione sonora – e gli interventi dal vivo di Frantziscu Medda Arrogalla; mentre chiuderà il trittico firmato CeDAC – domenica 26 luglio alle 22 il concerto dei Roundella, ovvero Francesca Corrias – voce e effetti, Mauro Laconi – chitarra elettrica, Filippo Mundula – contrabbasso e Gianrico Manca – batteria, sulle tracce del primo disco dell’ensemble, “Biography”.
La magia di antichi canti celtici tra le torri nuragiche e le architetture di età fenicio-punica e romana: DOMANI (domenica 5 luglio) dalle 22 nell’Anfiteatro di Monte Sirai a Carbonia con il concerto di The Choir of Gonville and Caius College di Cambridge diretto da Geoffrey Webber – dedicato alla “Music of the Irish and Tudor Kings” (Musica d’Irlanda e del Regno dei Tudor) si alzerà l’ideale sipario sul trittico sonoro firmato CeDAC nell’ambito del XXXIII Festival “La Notte dei Poeti”.
I giovani cantori dell’Università di Cambridge – eredi della plurisecolare e feconda tradizione dei cori universitari inglesi – proporranno un suggestivo programma che sulla falsariga dell’album “In Praise of St Columba: The Sound World of the Ancient Celtic Church” evoca le atmosfere della musica sacra irlandese tra il VII e il XIV secolo, dal poema “Adiutor laborantium” attribuito a San Columbano, patrono della Chiesa d’Irlanda insieme a San Patrizio e Santa Brigida, al canto gregoriano, dagli Inni di Iona ai manoscritti dell’Abbazia di Einsiedeln, in Svizzera, alle Antifone di Columbano raccolte nell’Inchcolm libellus. L’ensemble vocale – conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, anche in virtù di importanti incisioni discografiche, come il fortunato “In Praise of St Columba” (“In lode di San Columbano”) – sfoglierà anche alcune pagine del Caius Choirbook (il Libro dei Canti del Caius) – uno dei più preziosi manoscritti della storia della musica inglese prima della Riforma (probabilmente realizzato per la Cappella di Santo Stefano a Westminster, e ora conservato nella Biblioteca del Goville & Caius College) contenente le partiture della Messa e del Magnificat dei più importanti compositori inglesi dell’epoca.
Il fascino del canto a cappella, in cui risaltano le qualità timbriche ed espressive delle singole voci a comporre una perfetta armonia – si sposa al suono particolare del northern triple-pipes, strumento a tre canne appartenente alla tradizione scozzese, una sorta di antenato della cornamusa, raffigurato sulla Lethendy Tower, in un castello del Pertshire, ricostruito dall’etnomusicologo Barnaby Brown sulla base dello studio e la comparazione con le launeddas. I brani originali composti dal musicista di Glasgow – laureato a Cambridge – si alternano all’accompagnamento del canto nelle Antifone e negli Inni, dove lo strumento a fiato esegue una sorta di bordone su cui si dipana la linea melodica, in un raffinato gioco di armonici, creando un effetto singolare e arcano.
La purezza e l’alchimia delle voci – maschili e femminili – dell’ensemble diretto da Geoffrey Webber (Precettore e direttore degli Studi Musicali del Gonville & Caius College e professore associato della Facoltà di Musica di Cambridge) insieme all’accuratezza dell’esecuzione e alla ricerca e interpretazione filologica di antiche partiture, cui si aggiungono le commissioni di nuovi brani a moderni compositori – fanno di The Choir of Gonville and Caius College uno dei cori giovanili più noti e apprezzati al mondo, tanto che all’attività “ordinaria” dell’esecuzione dei brani cantati durante la celebrazione della Messa si aggiunge l’impegno straordinario, e intensissimo, delle tournées tra Europa, Asia e America, specialmente nell’ambito universitario, ma non solo, e spesso in collaborazione con importanti ensembles orchestrali – tra cui l’Opera Northern Ireland, la Philharmonia Baroque Orchestra di San Francisco, e l’Orchestre National Bordeaux Aquitaine.
Spazio alla “Music of the Irish and Tudor Kings”, quindi: il concerto si aprirà sulle note del Gloria from the Missa Lapidaverunt Stephanum di Nicholas Ludford (1485–1557), compositore e cantore inglese dell’età dei Tudor (dal Caius Choirbook), per proseguire con un pezzo squisitamente strumentale, “Fàilte Eleanor Murray” (solo per Westminster triplepipe) scritto e interpretato da Barnaby Brown.
Sacre armonie con “Loquebar de testimoniis tuis” (Mode 5 Introit) dai manoscritti di Einsiedeln (ms 121, c. 965); poi l’alternarsi di voci maschili e femminili nelle Antifone di Inchcolm (c. 1340) – con due esempi tratti dalla liturgia di San Columbano: “Os mutorum lux decorum” con accompagnamento di Lethendy triplepipe e “Volens Jesus linire” con l’Ardchattan triplepipe; e ancora dai manoscritti custoditi nell’Abbazia di Einsiedeln (ms 121) il Canto della Comunione,con Salmo “Amen dico vobis”.
L’ Inchcolm Antiphoner (c. 1340) regala anche il “Sanctorum piissime Columba” (Antifona e Salmo ), in cui il canto è sottolineato dall’accompagnamento del Iona triplepipe e il coro muliebre di “Carne solutus pater Columba” con Ardchattan triplepipe (dai riti di San Columbano) e ancora spazio alla traduzione in musica del poema “Adiutor laborantium” ritenuto dello stesso San Columbano (su una partitura del XIII secolo rinvenuta a Losanna).
Solo strumentale – con la “Rhapsody for Roderick Cannon” composta ed eseguita dallo stesso Barnaby Brown sull’Ardchattan triplepipe – quasi ad esemplificare ultriormente le possibilità espressive dello strumento, che sembra possedere profonde affinità con le launeddas della Sardegna – cui il musicista si è dichiaratamente ispirato nel cercare di riportarlo alla luce – oltre che con i tradizionali strumenti a fiato della Scozia.
Tre pezzi sacri di Nicholas Ludford (1485-1557) in sequenza – Gloria from the Lady Mass II (Monday); Alleluia from the Lady Mass VI (Friday) e Agnus Dei from Lady Mass V (Thursday) e infine – ancora sulle note del triplepipe – nella versione Bass Iona triplepipe – “Cantemus in omni die” dal Cú Chuimne of Iona (c. 700) nella versione di Santiago di Compostela (c.1280s).
Un itinerario attraverso i secoli – per riscoprire la musica sacra irlandese ma anche quella inglese dell’età precedente alla Riforma – in cui la modalità del canto a cappella si alterna all’accompagnamento del misterioso strumento che nella forma (oltre che nel suono e nella tecnica esecutiva) somiglia alle launeddas – pur con varie differenze, e una molteplicità di altezze e timbri, sia pure in un contesto geografico e culturale profondamente diverso, ma che potrebbe rimandare ad antichi contatti se non addirittura legami tra i popoli del Nord e del Centro del Mediterraneo, secondo un’ipotesi interessante ma ancora tutta da dimostrare.
Musica e danze nel cartellone de “La Notte dei Poeti” all’Anfiteatro di Monte Sirai: dopo l’inaugurazione affidata al Coro inglese (in tournée nell’Isola insieme a Barnaby Brown: i prossimi appuntamenti saranno il 10 luglio a Olmedo, nel sito archeologico di Monte Baranta e il 13 luglio nella Cattedrale di Alghero): sbarca a Carbonia sabato 11 luglio sempre alle 22 “# KOI / cantando danzavamo”, ideato, diretto e interpretato da Chiara Murru – in scena con un gruppo di attori-danzatori – con le elaborazioni elettroniche e l’installazione sonora – e gli interventi dal vivo di Frantziscu Medda Arrogalla. Mentre chiuderà il trittico firmato CeDAC – domenica 26 luglio alle 22 il concerto dei Roundella, ovvero Francesca Corrias (voce e effetti), Mauro Laconi (chitarra elettrica), Filippo Mundula (contrabbasso) e Gianrico Manca (batteria) che riprende lo stile e le canzoni del primo disco dell’ensemble (uscito per l’etichetta S’Ard Music), “Biography”.