Il giornalista Vito Biolchini nel suo blog, nel giorno di martedì grasso, critica duramente la scelta di Cagliari di cancellare il Carnevale. E scrive: “Mentre in tutta la Sardegna il Carnevale è una cosa seria, a Cagliari è diventato una cosa ridicola. La destra pianifica, la sinistra esegue. Risultato: morte di una tradizione. Cancioffali non brucia più, anche quest’anno il potere ha deciso che il suo simulacro non deve andare al rogo (qualcuno potrebbe farsi idee strane). Meglio due coriandoli per bambini in piazza del Carmine e una simil Sartiglia in Vespa proprio a Stampace, epicentro dei festeggiamenti che furono. Così ha voluto un’amministrazione marziana, senza senso dell’identità e della storia di questa città.
Ridotto ai minimi termini dalla destra, invece che essere rilanciato il carnevale tradizionale cagliaritano è stato affossato dalla sinistra, dalla sua sostanziale ignoranza travestita da conformismo culturale, dal suo snobismo, dalla mentalità provinciale.
I simboli e i riti sono importanti per una comunità: perché ne giustificano l’esistenza e ne garantiscono la continuità. Se vengono meno, quella comunità si disperde. E se Cagliari perde la sua anima popolare, diventa un corpo estraneo al resto dell’isola, un mero centro di potere alla mercé di tutto e tutti. Senza tradizioni, senza il rispetto della sua storia e della sua identità, Cagliari torna ad essere “Casteddu”, la rocca imprendibile da cui al tramonto i cagliaritani e tutti i sardi venivano espulsi.
Privandosi della tradizione del suo Carnevale, la città sceglie di suicidarsi culturalmente, di recidere un legame che la unisce al resto della comunità sarda, di perdere un importante patrimonio immateriale sul quale decine e decine di amministratori comunali negli anni hanno sparato gigantesche cazzate promettendo “rilanci”, “valorizzazioni” e allestendo invece improbabili operazioni senza senso apparente”. Qui il link completo dell’articolo sul blog di Vito Biolchini: http://www.vitobiolchini.it/2015/02/17/carnevale-a-cagliari-storia-di-un-suicidio-culturale-pensato-dalla-destra-eseguito-dalla-sinistra/