“Visita a pagamento, poi al Brotzu volevano mettermi il catetere fisso: in Lombardia è bastato un semplice intervento”

Ha pagato 200 euro, Carlo Melis, 63enne di Assemini, per farsi dire dai medici che avrebbe dovuto trascorrere il resto della vita con un tubo collegato alla vescica: “Sono andato a Rozzano, all’Humanitas: problema risolto con un semplice intervento e niente catetere. Altro che costruire nuovi ospedali, fate funzionare meglio quelli che ci sono”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA


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Una visita urologica e una diagnosi che, sicuramente, non lascia allegri: necessità di portare un catetere fisso. Una seccatura non da poco, sicuramente, per Carlo Melis, 63enne di Assemini. Che ha ascoltato ciò che gli avevano detto i medici del Brotzu, ma ha deciso anche di fare un tentativo all’Humanitas di Rozzano, in Lombardia. Risultato? “Un semplice intervento, problema risolto e non devo portare nessun catetere fisso”. Sembra un racconto di fantascienza, invece Melis conferma che è, purtroppo, tutto vero. Una diagnosi, per di più fatta a pagamento, sennò chissà tra quando sarebbe potuto essere visitato, che è stata smentita da altri medici: “Avevo un problema urologico, ho fatto una visita a pagamento, duecento euro. Al Brotzu i medici mi hanno fatto la diagnosi, proponendomi di portare un catetere fisso”. Che è fastidioso e, in parte, invalidante a qualunque età, figurarsi a poco più di sessant’anni. Melis, però, non si è fidato. E, alla fine, ha fatto bene: “Ho preso un aereo e sono andato in Lombardia, all’Humanitas di Rozzano. Lì è bastato un semplice intervento per risolvere il problema. E non ho nessun catetere, ora tutto è perfetto”, racconta, soddisfatto ma comunque ancora incredulo per quanto ha vissuto un anno fa, il 63enne.
“Purtroppo, gli ospedali a volte non funzionano bene. Sento anche i proclami del presidente della Regione, vorrebbe aprirne 4 nuovi, basterebbe invece adeguare quelli esistenti e farli funzionare bene”, sostiene Melis. Che, una volta all’anno, deve anche timbrare il cartellino in Dermatologia al San Giovanni di Dio: “Per fortuna ho l’appuntamento fissato, insieme a me c’era un bel po’ di gente in attesa nei corridoi. Eravamo una decina, nei vari corridoi c’erano anche altri pazienti in attesa. Dovrebbero migliorare un pochino questo aspetto, quello delle attese. Anche se ci sono altri reparti che vanno peggio”.


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