“Violenze e abusi per anni dal mio patrigno, ma nonostante tutto sono viva e vorrei riabbracciare mia mamma”

La storia di Chiara, vittima per anni di violenze e abusi da parte del patrigno orco. “Nonostante tutto sono viva, nessuno mi toglierà più il sorriso”. Il suo è un messaggio importante: “Alle prime avvisaglie parlatene, denunciate subito. Non cadete nella trappola di chiudervi in una bolla da cui poi è difficile uscire”


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Chiara, occhi scuri e pieni di vita, capello corto e sbarazzino, è una giovane e bella ragazza sarda. Ha 34 anni e un fardello pesante sulle spalle da portare dietro. Chiara non è il suo vero nome, glielo diamo noi per tutelarla. La sua è una storia difficile ma che vuole raccontare perché il “silenzio” non aiuta. Dall’età di otto anni ha subito violenze e abusi indicibili da parte del patrigno. Ma quella bambina allora non è stata creduta. Neanche da chi le stava più vicino. Neanche dalla madre, affetta da gravi problemi di salute. Nonostante qualche parente si fosse accorto che nelle attenzioni di quell’uomo c’era qualcosa che non andava. Che non era normale.

Poi le minacce di tacere da parte del patrigno l’hanno fatta chiudere dentro una bolla diventata la sua prigione. Non avrebbe più rivisto la madre, né i suoi fratellini, le aveva detto. E’ stata costretta a ritrattare. Nove anni di lunghi e dolorosi silenzi.

Solo dieci anni dopo, quando ormai aveva 18 anni, raggiunta la maggiore età, ha potuto lasciare la sua prigione. Non facilmente, il patrigno continuava a seguirla, stalkerarla, minacciarla. Ci sono volute le prove dell’indicibile, alcuni filmati degli abusi, trovati a casa del padre orco, per farlo chiudere in una cella. Condannato a otto anni col rito abbreviato.

“Nonostante tutto sono viva”, dice Chiara che non ha mai smesso di lottare per il suo diritto a vivere una vita felice. Nonostante un’infanzia e un’adolescenza negata. Nonostante tutto lei è viva. Ha un lavoro che le piace tanto e un figlio. Diventare madre era il suo grande sogno.

Lotta, Chiara, ogni giorno. Lotta con quelle ferite che non si rimargineranno. Ferite non solo mentali ma anche fisiche, traccia inevitabile di quegli abusi. Ha dovuto subire tanti interventi chirurgici anche per questo. Chiara però è forte, vuole lanciare un messaggio, per chi come lei ha subito l’indicibile. Se non pubblichiamo nomi e luoghi è solo per tutelarla, ma è il messaggio qui che conta e che lei vuole diffondere.

“Una cosa del genere non la superi così facilmente, anzi, forse con gli anni è stato peggio. Ho elaborato col tempo ciò che mi è accaduto. Diventare mamma mi ha aiutato, è sempre stato il mio desiderio e grazie a Dio lo sono diventata, nonostante i miei problemi di salute – racconta-. Quello che voglio trasmettere a chi leggerà la mia storia è di farsi aiutare, sempre. Chiedere aiuto: alle prime avvisaglie non cadere nella trappola di chiudersi in una bolla da cui poi non si riesce più a uscire. Ti fanno credere di essere tu la colpevole, ma non è così”.

Nonostante tutto si ritiene fortunata, dopo essere andata via di casa a diciotto anni ha trovato un lavoro che ama e dove ancora è occupata. Ama tanto i fiori, i suoi preferiti sono la Rosa e il Girasole. Ha trovato una famiglia che si è presa cura di lei, che l’ha supportata.

Chiara ha preso in mano la sua vita, grazie anche al suo carattere solare. “Il sorriso non me lo toglierà più nessuno” – dice-. Il suo monito: “Parlatene alle prime avvisaglie, anche se è difficile, anche se avete vergogna, fatelo”.

Ha un altro grande sogno, i rapporti con la madre e il resto della famiglia si sono interrotti quando aveva 18 anni: “Il mio desiderio più grande è poter riabbracciare mia mamma”.

 

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