Violenza sulle donne, in Sardegna durante il lockdown raddoppiate le denunce e le vittime


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Un fenomeno che non conosce confini, classi sociali, eta, è endemico quello della violenza sulle donne. Una piaga che non ha fine, peggiorata, se possibile, ancora di più durante il lockdown e la conseguente convivenza forzata. Secondo i dati Istat in Sardegna le donne  che si sono rivolte al numero antiviolenza 1522 – messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità per sostenere e aiutare le vittime di violenza e stalking – rispetto allo stesso periodo del 2019,  sono raddoppiate. Stesso aumento si è registrato anche per il numero delle vittime della violenza.

La crisi sanitaria ha accentuato il problema, anche perché le convivenze forzate fanno crescere in misura esponenziale le violenze sulle donne che si verificano soprattutto tra le mura domestiche.

I numeri sono implacabili. Sono oltre 6 milioni le donne che hanno subito, nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica, psichica o verbale, di cui più di 1 milione è stata stuprata. La Sardegna non fa eccezione in questo quadro, se solo si pensa che è seconda in Italia per numero di femminicidi. Il divario di genere è drammaticamente a svantaggio delle donne. Oltre 2 milioni di donne vivono sotto la soglia della povertà, 2/3 sono escluse dal mondo del lavoro. E più di 400 mila donne hanno subito molestie sul posto di lavoro, ossia il 9% delle lavoratrici. Un fenomeno che si è aggravato con il lockdown, mettendo in luce tutta la sua drammaticità. Ancora una volta sono le donne le più vulnerabili. Il disagio economico, infatti, si riflette anche sulle possibilità di uscire dal circuito della violenza.

Sull’argomento quanto mai attuale interviene il presidente del consiglio regionale Michele Pais. “E’ inaccettabile che ancora nel 2020 dobbiamo assistere con orrore all’aumento del  fenomeno della violenza sulle donne, una vera e propria piaga per l’intera società. Quest’anno il 25 novembre assume un significato ancora più allarmante a causa del Covid: in Sardegna le denunce e le vittime di violenza, nel periodo marzo – aprile durante il lockdown sono  raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2019”.

Pais,  in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne,  esprime solidarietà a tutte le vittime di violenza fisica e psicologica e cordoglio a chi   ha perso la vita a causa di questo fenomeno che sembra inarrestabile anche nella nostra Isola.

“Il Consiglio regionale della Sardegna – ha detto il Presidente Pais – respinge con determinazione questo  fenomeno strutturale che coinvolge l’intera società. La  violenza sulle donne non è solo una violazione fisica  o della psiche: è per prima cosa una violazione della dignità. Quando c’è violenza, di qualunque genere essa sia, manca la base della convivenza civile: il rispetto della persona e l’amore che deve legare gli esseri umani”.

La pandemia non ha fermato neanche l’azione della IX Commissione Regionale per la Realizzazione della Parità tra Uomini e Donne, insediatasi da poco più di due mesi presso la Presidenza della Giunta della Regione, e costantemente impegnata nel rimuovere quegli ostacoli che impediscono la piena espressione della libertà delle donne.

Tra le azioni volte al contrasto e alla prevenzione della violenza sulle donne, la priorità è la promozione di politiche innovative con un’ottica di genere. Il sostegno agli strumenti di sostegno al reddito, il rafforzamento dei centri antiviolenza, la garanzia di alloggi sicuri per le vittime di violenza, e il potenziamento dei servizi territoriali.

Senza dimenticare la prevenzione, che deve iniziare dalla scuola, attraverso l’avvio di progetti educativi sulla parità di genere e l’educazione affettiva per promuovere il cosiddetto empowerment femminile, ossia il processo di crescita e di fiducia delle donne nelle proprie capacità.

L’impegno della Commissione è stato e sarà focalizzato sulla costruzione di una responsabilità collettiva, necessaria per sradicare un fenomeno che è strutturale, frutto di una società patriarcale e misogina. Alla ricerca di una svolta radicale, politica e culturale.