Villasimius, addio al ristorante sulla spiaggia aperto da 50 anni: “E’ abusivo demolitelo”

Lo storico bar/ristorante “Il Miraggio”, aperto nel 1971, con terrazza sul mare e tavolini sulla spiaggia di Campus sarà demolito. C’è l’ok del Tar. Allibita la titolare: “Com’è possibile? Siamo qui da 50 anni. Ora restano senza lavoro 25 persone”


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Ruspe in arrivo a Villasimius. Lo storico bar/ristorante “Il Miraggio”, aperto 50 anni fa, con terrazza sul mare e tavolini sulla spiaggia di Campus, frequentatissimo e conosciutissimo anche da tanti cagliaritani, sarà demolito. Il Tar ha dato ragione al Comune che aveva emesso l’ordinanza di demolizione. Contro il locale anche Regione e Soprintendenza. Allibita la titolare: “Siamo qui da 50 anni ma come è possibile? Io e i miei figli rimarremo senza lavoro e dovrò mandare a casa 25 persone”.

Il bar ristorante venne aperto nel 1971 nella fascia dei 150 metri dalla linea di battigia. Nel 1976 la Regione introduce un vincolo di inedificabilità assoluta esteso fino a 300 metri dalla battigia. Nella spiaggia di Campus viene prima realizzato un chiosco bar con locale cucina e un locale di servizio. Nel 1974 ecco un loggiato-sala all’aperto e chiusura con parapetto in legno e alluminio e tre servizi igienici. Ulteriori ampliamenti negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso nel corso degli anni i titolari chiedono le sanatorie.

Ma le domande avanzate negli anni sono state respinte dagli uffici della Tutela del paesaggio della Regione che ha bollato le opere realizzate come abusive e così il comune di Villasimius emette l’ordinanza di demolizione, quella definitiva, qualche mese fa. Ignazia Cogoni, titolare dell’attività si è opposta al Tar. Ma i giudici amministrativi le hanno dato torto. “Io ora sono allibita e son preoccupata”, dichiara l’imprenditrice, “perché dobbiamo ancora lottare, anche se prima dobbiamo capire come muoverci. Abbiamo lavorato qui per 50 anni, dato lavoro a tante persone e contribuito a migliorare l’immagine di Villasimius. E ora la Regione ci dice di levarci di mezzo. Purtroppo mando a casa 25 persone che lavorano per 7 mesi l’anno. Non è giusto”.


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