Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
Una guerra, scoppiata a ridosso dell’estate, su un tratto di spiaggia di Campulongu, a Villasimius, adibito a stabilimento balneare. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse che a detta di tutti i consiglieri del gruppo di minoranza comunale (Livio Carboni, Luisella Cadoni, Tore Sanna e Federica Onano), quella porzione di litorale sorga “su una duna” e che quindi tutto sia “totalmente abusivo”. La denuncia è stata fatta con un comunicato, mandato a tutti i consiglieri comunali, ai responsabili dei servizi di polizia Locale, dell’ufficio tecnico e dell’area marina protetta, oltre che alla stampa. “E in più tutte le recinzioni e tutti gli ingombri e i bunker a protezione di una presunta proprietà privata che invece è interamente uso civico. Il tutto nella più assoluta dormienza di vigili urbani, servizio pianificazione e gestione del territorio, forestale. Questo importante materiale di denuncia ci è stato inviato da un gruppo di cittadini schifati. Per questo, non volendo essere vostri complici abbiamo trasmesso foto e video all’assessorato Enti Locali sezione demanio e all’assessorato alla Difesa dell’ambiente. Sottolineiamo inoltre il paradosso ridicolo dell’esistenza a Villasimius di un’area marina non più protetta”, attaccano i consiglieri, “quindi devastata in tutti i modi ma, cosa ancora più grave, l’imbarazzante paradosso del fatto che tutte le nostre spiagge sono Zsc, Sic, Zps, Sic a mare con regolare piano di gestione decretato dal presidente della Giunta regionale che prevale su ogni altro strumento autorizzativo e concessorio o quantomeno che ne condiziona l’attività”. Accuse e attacchi ben chiari, insomma. Con i consiglieri che hanno reso partecipi della situazione anche “il comandante della polizia Locale, il direttore dell’area marina nonchè responsabile del servizio tutela del territorio e al responsabile del servizio pianificazione e gestione del territorio, soprattutto, per la assoluta mancanza della vigilanza edilizia in questi ultimi anni. In virtù della presente comunicazione, nella loro specifica funzione, non potranno più sostenere di non aver visto, sentito, saputo niente e conseguentemente saranno obbligati ad intervenire per non incorrere nel reato di omissioni di atti d’ufficio”.
Ma contro chi hanno puntato il dito i consiglieri? Basta prendere una qualunque mappa online, se non si è di Villasimius. Si tratta della struttura Villa Tre Mari. Su internet c’è la descrizione: “Villa Tre Mari è una casa per ferie della Compagnia di Gesù. Un ambiente sereno e di riposo, capace di donare l’opportunità di riscoprire i valori. Il tutto in un contesto di amicizia e di rispetto degli ideali di turismo sociale, responsabile e sostenibile”. Una realtà gesuita, insomma, con tanto di nove camere tutte attrezzate. E basta una telefonata al numero di cellulare che si trova sul sito ufficiale per scoprire che il problema è già stato risolto: “Sono venuti il comandante della polizia Locale e il Corpo Forestale. Abbiamo tolto tutti gli ombrelloni”, assicura una gentile donna che risponde e che, alla domanda se sia la responsabile della struttura, non dice di no. Ma, anzi, prosegue: “I lettini sono accatastati da una parte e c’è solo una tettoia messa già da prima”. Spiaggia-duna liberata, quindi. E polemiche, forse, spente nel giro di un botta e risposta tra la politica e gli enti preposti ai controlli.