Villaggio Pescatori, la magia a Giorgino: viaggio di Ferragosto in una delle zone più belle e dimenticate di Cagliari

ista mozzafiato dello skyline della città, sopra la testa vedi passarti gli aerei che decollano da Elmas e di fronte le navi che partono dal porto. Senza scordare quanto vi è intorno: la quarta regia, ove un tempo veniva pagato il dazio delle merci, il porticciolo dei pescatori, i vecchi e nuovi ponti. Ma la vita del Villaggio può raccontarla solo chi lo ha vissuto e lo vive tuttora


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Villaggio Pescatori, quindici edifici fronte città, per una gita fuori porta nella mistica frazione cagliaritana di Giorgino.. Ci sono stato alcuni giorni prima di ferragosto mentre divampava un incendio, all’ingresso del rione, ha un aspetto suggestivo e va frequentato quando non ci sono eventi quali la Sagra del pesce o carnevale (le più conosciute). Pochissimi abitanti, settanta una decina di case basse ed una spiaggia frequentata per lo più dai residenti, due ristoranti, stabilimenti e relativi ombrelloni. Vista mozzafiato dello skyline della città, sopra la testa vedi passarti gli aerei che decollano da Elmas e di fronte le navi che partono dal porto. Senza scordare quanto vi è intorno: la quarta regia, ove un tempo veniva pagato il dazio delle merci, il porticciolo dei pescatori, i vecchi e nuovi ponti. Ma la vita del Villaggio può raccontarla solo chi lo ha vissuto e lo vive tuttora (dal volume Poetto cento anni…): Signora Irene (al villaggio per amore) Noi indomiti del Villaggio Pescatori siamo cittadini di un ‘quartiere città’. Nata nel piccolo paese di Furtei nel 1952, non avrei potuto trovare luogo migliore quando nel 1964 sono giunta a Cagliari – avevo dodici anni, la città, seppur piccola, per me era grandissima. Invece il Villaggio è un luogo di rapporti umani, solidarietà, un luogo a dimensione umana, molto simile al luogo da cui provenivamo. Allora vi erano circa 110 abitanti, oggi ridotti a 70, coinvolti e trascinati nei tantissimi progetti culturali e sociali che venivano organizzati: la Sagra del Pesce, la sfida delle strade (intitolate con nomi di pesci o prodotti ittici) che consisteva nel liberare una fanciulla dal castello con la partecipazione del Re, della Regina e del lottatore, le lotte per la difesa del nostro piccolo mondo, il carnevale ma questa è un’altra storia: l’amore della mia vita. Signora Stefania (turista de Casteddu) Non so perché o forse si, la nostra estate era a Giorgino.

Finite le scuole, babbu, caricava l’apixedda e, con i nostri fratelli più grandi, partiva alla conquista. La zona era più o meno la stessa ogni anno. Martello, chiodi, listronisi de linna e materiali vari di ogni provenienza e la barracca, 5×5, in una serata, era pronta. Poi nei giorni successivi, con carichi inverosimili, sulla povera ma inossidabile apixedda, la residenza si completava. Non ho mai capito come un mezzo così instabile riuscisse a portare d’ogna calirari ‘e cosa. Ghiacciaia, cucina, bombola, dispensa, asciugamani, coperte, tende, carirasa, panche, tavoli fai da te (altro che Ikea), et voilà, la villetta al mare era pronta. Quel territorio era conquistato. A pochi passi dalla strada, in riva al mare. Nessun vigile. Nessuno toccava niente, era proprietà privata. Il weekend, la residenza al mare accoglieva nuove tende. Spesso gli stessi condomini. Eravamo nove figli. Tutti in cascione, babbu al manubrio e mamma appiattita al suo fianco. Via verso nuove avventure! Una nuova vacanza tra lastroni di ghiaccio, sindria a gogò e malloreddus al sugo. Signor Mario (figlio e residente) La mia infanzia, l’adolescenza e parte della giovinezza l’ho passata al Villagio Pescatori. Lì abitavo, eravamo poveri. Mio padre era uno dei tanti pescatori con una piccola barca. Giocavo con gli altri ragazzini ed erano spesso colpi. Corpusu de scova.

Non l’ho mai capito da ragazzino, avevo il mare davanti a casa e non potevo fare il bagno. L’ho capito quando sono diventato grande. Nuotando consumavo energia e poi avevo tanta fame. E de papai ci di fia pagu. Inza corpusu. Penso che una gita fuori porta, a circa un chilometro dall’uscita di viale La Plaia, sia doverosa, li stavano i primi stabilimenti balneari cagliaritani i Bagni Carboni, trasferiti nel 1913 nel nascente Poetto. Andateci con spirito indagatore: un giro per il piccolo Villaggio, composto da quindici case, un tuffo, nella spiaggetta, mezzora a studiare la zona ed avendone voglia gustare le ottime pietanze nei ristoranti. Sarebbe ovvio discutere del Porto Canale ma è periodo di discussioni frivole, per cui godiamoci lo spettacolo della gita fuori porta a km zero, anzi per precisione a km 1,450.

Gianfranco Carboni


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