Villacidro, il cartello della discordia: “Vietato giocare a pallone”, e la sindaca gioca in difesa

Comportamenti irrispettosi presso la Piazza Sant’Antonio di Villacidro spingono il Comune a vietare il gioco con il pallone: pesanti proteste da parte dei cittadini


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Comportamenti irrispettosi presso la Piazza Sant’Antonio di Villacidro spingono il Comune a vietare il gioco con il pallone: pesanti proteste da parte dei cittadini. Il cartello di divieto della discordia è apparso qualche giorno fa nella piazza del centro del Medio Campidano. Sono seguite numerose lamentele, anche mediatiche, “calunnie di ogni genere e insulti gratuiti” non passati inosservati alla sindaca Marta Cabriolu che ha spiegato il perché di questo provvedimento: “Il cartello ha una ragione che ne ha determinato l’esistenza. Parliamo di ragazzini e giovanotti che giocano a pallone fino a tarda notte, incuranti di quanto li circonda: giocano durante l’orario delle funzioni religiose, tanto che i palloni vengono recuperati dentro la chiesa; giocano in presenza di bimbi piccoli, mamme con carrozzine e anziani mettendo a rischio l’incolumità pubblica e colpendo con forti pallonate le persone sedute o intente a prendere una boccata d’aria; giocano e quando capita che vengano rimproverati si scagliano conto chi li riprende con minacce e un linguaggio irripetibile; queste sono solo alcune delle numerose lamentele ricevute. Di fronte a queste cose un Sindaco non può più tergiversare. E’ vero che i ragazzi hanno diritto di giocare come si è sempre fatto, hanno diritto di vivere gli spazi pubblici, hanno diritto di socializzare e stare con persone della loro età. Nessuno di noi preferirebbe che fossero a casa con un cellulare in mano o davanti alla play.
Tuttavia, credo fortemente che si stia perdendo di vista una cosa fondamentale: abbiamo dimenticato che esistono anche i doveri. Il dovere di rispettare gli spazi che appartengono a tutti; il dovere di rispettare le persone, di qualunque età esse siano; il dovere di rispettare il tempo dedicato alle funzioni religiose.
Di contro, il diritto dei ragazzi di poter giocare è il medesimo che deve essere garantito a qualunque altra persona di poter usufruire di uno spazio pubblico, in questo caso la Piazza di una chiesa, senza il rischio di essere colpito pericolosamente dai palloni, senza il rischio di essere insultato, senza dover essere costretti a sentire continuamente parolacce e bestemmie.
Per questo motivo, laddove l’educazione dei genitori e il comportamento dei ragazzi non arriva, è necessario intervenire, nella speranza che ciò sia fonte di riflessione per il futuro e per la necessità di riappropriarci di quel senso civico che spesso viene a mancare”. Riguardo al caso, la sindaca ha ricevuto una delegazione di genitori e di ragazzi, coi quali c’è stato un confronto. “Ho spiegato loro che Villacidro è fortunatamente dotata di molti spazi liberi. I ragazzi, dalla prossima settimana, avranno la possibilità di utilizzare il campetto da calcio di via Farina con un calendario apposito, in condivisione con altre associazioni e con ragazzi più grandi.
La piazza Sant’Antonio resterà sempre un luogo di socializzazione intergenerazionale, ma, sarà anche un luogo dove, spero, regneranno il diritto al gioco (non a pallone), il diritto di adulti e anziani di poter stare li senza correre rischi, il diritto dei fedeli di poter assistere ad una funzione religiosa senza essere disturbati da urla e pallonate; il dovere, da parte di tutti, di rispettare il patrimonio pubblico e le persone”.
Dal prossimo lunedì, forse martedì, non si giocherà quindi più a calcio nella piazza della Chiesa ma nel campetto da calcio di via Farina con i seguenti turni: Lunedi – Mercoledì – Venerdi – tutto il giorno ad uso degli adulti
Martedì- Giovedì – Sabato e Domenica – tutto il giorno dedicato ai ragazzini di età compresa fra i 6 e i 14 anni.
“Il calendario sarà affisso al campo e sarà vigilato il suo rispetto”. Sempre a inizio settimana verrà ripulita anche l’area del parco di via XXV Aprile, traversa di via Monti Mannu dove
“i ragazzi potranno sfogarsi nel gioco del calcio e nel rispetto di cose e persone”.


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