
Secondo la ricostruzione la donna, convinta del tradimento del coniuge, avrebbe cominciato con le persecuzioni. Dapprima con le minacce “ci vorrebbe la ghigliottina” poi con comportamenti sempre più concreti: funi legate a forma di cappio, fazzoletti con preservativi e pezzi di polistirolo che facevano riferimento a prestazioni sessuali. E anche bamboline vudù con le iniziali di una delle due ragazze e spilli conficcati. I fatti risalgono al 2015 e al 2016. S. C. dovrà dimostrare nel corso del processo la propria innocenza. La vicenda sul quotidiano L’Unione Sarda oggi in edicola.