di Gianluca Floris
Nelle recenti sentenze del TAR contro le decisioni prese dalla Fondazione Lirico di Cagliari volute dal suo Presidente Massimo Zedda, c’è un passo fondamentale e illuminante che ci spiega con esattezza il perché il sindaco Massimo Zedda e la maggioranza che lo sostiene si siano comportati così. Si tratta di questo:
[…] la Fondazione resistente cura interessi di rango sostanzialmente pubblicistico, come già rilevato da questa Sezione con la sentenza 23 maggio 2008, n. 1051 (cui si fa rinvio); i principi espressi nella decisione sono stati poi autorevolmente confermati da una recente sentenza della Corte costituzionale (21 aprile 12011, n. 153), ove si legge che “La dimensione unitaria dell’interesse pubblico perseguito, nonché il riconoscimento della “missione” di tutela dei valori costituzionalmente protetti dello sviluppo della cultura e della salvaguardia del patrimonio storico e artistico italiano, confermano, sul versante operativo, che le attività svolte dalle fondazioni lirico-sinfoniche sono riferibili allo Stato ed impongono, dunque, che sia il legislatore statale, legittimato dall’art. 117, comma 2, lett. g), cost., a ridisegnarne il quadro ordinamentale e l’impianto organizzativo, nonché dall’art. 117, comma 2, lett. l), cost., essendo le dette fondazioni munite di personalità giuridica di diritto privato, pur svolgendo funzioni di sicuro rilevo pubblicistico, e risultando quindi coinvolta anche la competenza statale in materia di ordinamento civile (sentt. n.59 del 2000, 307 del 2004, 51, 270, 405 del 2005, 133, 142 del 2008)”. […]
In buona sostanza il TAR con le tre sentenze sui ricorsi Meli, Baggiani e Spocci, conferma quello che io e gli altri operatori abbiamo affermato in più occasioni e che continuiamo disperatamente ad urlare ai quattro venti: le fondazioni lirico sinfoniche svolgono la funzione pubblica costituzionale di “tutela dei valori costituzionalmente protetti dello sviluppo della cultura e della salvaguardia del patrimonio storico e artistico italiano”.
È questa la conferma dirompente dell’errore basilare che sta a monte delle visioni del Sindaco Zedda e della maggioranza che lo appoggia. Il Lirico di Cagliari – come le altre 13 Fondazioni lirico sinfoniche – non è semplicemente una struttura di spettacolo, ma è uno dei presìdi più importanti del nostro ordinamento istituzionale. Al pari delle scuole, dei musei e dei siti archeologici che testimoniano la nostra storia.
Paolo Grassi (sarebbe bellissimo che ogni sindaco sapesse chi era, anche se è un sindaco cresciuto senza leggere libri), all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, interrogato su cosa avrebbe dovuto essere o diventare il Piccolo Teatro di Milano rispose: “Il Piccolo: un teatro come bandiera d’identità collettiva” e proseguiva affermando che dovevano essere “superati gli ostacoli delle macerie fisiche derivanti dal bombardamento dei luoghi deputati alla scena, ma che sotto alle macerie covavano idee culturali innovative e fermenti di crescita collettiva“.
Ecco quale è il ruolo di un teatro, ancor più in un momento di ricostruzione di macerie (allora materiali, oggi morali e culturali) : essere bandiera di unità collettiva. Ecco quale sarebbe dovuto essere il ruolo del Lirico di Cagliari quando Massimo Zedda divenne sindaco sostenuto dalla sua maggioranza.
L’ignoranza totale di educazione democratica e culturale di chi ha avuto la responsabilità della situazione attuale del Lirico di cagliari (e di tutta la cultura cittadina) negli ultimi due anni e mezzo (Il Presidente Massimo Zedda) deriva proprio dall’ignorare questi basilari fondamenti della funzione della cultura teatrale e musicale nei confronti della collettività.
Ecco che la gestione non trasparente e gli atti amministrativi arraffazzonati e illegittimi (come definito dalle sentenze del TAR) derivano tutti da una mancanza di senso civile ed etico del sindaco di Cagliari e della maggioranza che lo sostiene.
Ecco che gli insulti più volte ricevuti da me e da miei colleghi operatori del settore sui blog e sulle pagine pubbliche dai sostenitori del Sindaco Massimo Zedda e dai suoi “Think Tank” di elaborazione politica, mettono l’evidente suggello a questa verità: il sindaco non ha coscienza dell’importanza del suo ruolo come Presidente di un fondamentale presidio democratico come la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari.
Tutti i guai del teatro della mia città derivano, alla fine, solo da questo ignorare la responsabilità che la sorte ha dato, momentaneamente, a Massimo Zedda.