di Paolo Rapeanu
Ex carabiniere 47enne, Valerio Cimei scopre qualche anno fa la “passione” per la cannabis. Light, rigorosamente, cioè a basso contenuto di thc: “Ma non mi sono mai fatto una canna, non fumo. Non bisogna poi ridurre tutto a uno spinello, con la canapa mezzo secolo fa si facevano automobili, oggi viene utilizzata per produrre pasta, farina, olio e prodotti di cosmetica”, spiega Cimei, che ha aperto una società specializzata nella vendita di piantine legali – e non potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta di un uomo che, per anni, ha servito lo Stato indossando una divisa -. E infatti, “grazie all’esperienza professionale maturata nell’Arma ho capito che è meglio una pianta coltivata e certificata che quello che viene spacciato nelle piazze italiane. La cannabis può essere miracolosa per tutta la Sardegna”.
Come? Producendola e vendendola: “Può essere un business per il popolo sardo, molte aziende possono rimettersi in moto. Sono a favore della legalizzazione, proprio perché non esiste solo lo spinello. In quest’Isola le piante crescerebbero al top, ed eventualmente sarebbe anche un fumare più sicuro. La pianta della cannabis ha un percorso genetico chiarissimo, dal seme fino alla pianta tutto viene certificato”.