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Urzulei, speleologo principiante e la compagna salvati dentro una grotta si vantano: “Un vero acquapark”
I due hanno raggiunto un punto molto critico della grotta S’Edera. Soccorsi e portati al sicuro dal soccorso alpino, si beccano anche una sacrosanta ramanzina per essersi vantati sui social di essere arrivati sin lì: “Confidiamo che questi personaggi vengano arginati dal mondo speleologico”
Uno speleologo alle prime armi e una fidanzata entusiasta di poter visitare le più complesse grotte sarde. Risultato? Un principiante e una che non aveva mai fatto una singola lezione sul tema grotte ed escursioni salvati dagli uomini del soccorso alpino. Che, però, una volta portata in salvo la coppia, ha notato che sui social si erano già vantati tantissimo della loro escursione: “La prima vera grotta, sua maesta Sa Rutta e S’Edera sino al sifone dove gli speleosub stanno effettuando le operazioni di scoperta e rientro. Un vero acquaparking per i più forti”, si legge, a corredo di foto e video scattate quasi in penombra e semioscurità, tra pareti rocciose e pozze d’acqua sicuramente tutt’altro che calde. Un affronto per gli speleologi reali che, tramite la ComSub FSS hanno deciso di protestare pubblicamente.
“Purtroppo questa volta non vi raccontiamo di campi esplorativi di federazione, ma riteniamo necessario prendere le distanze da un episodio accaduto questa Domenica proprio nella grotta che è teatro delle attività di federazione. Una breve premessa: una coppia, lui speleologo alle prime armi e lei la sua fidanzata neofita, hanno deciso di entrare da soli a s’Edera, nonostante la poca esperienza si sono spinti sino a raggiungere il sifone di Sa Funga ‘e s’Abba, con tempi di percorrenza lunghissimi e con un notevole dispendio energetico. Soltanto grazie all’intervento del soccorso speleologico sono potuti uscire sani e salvi dalla grotta a tarda notte. Oltre che snobbare i soccorritori che li avevano appena portati fuori dalla grotta, si sono giustificati affermando che il loro ritardo era dovuto a chi, a detta loro, aveva mal tracciato la via all’interno della grotta. Se tutto questo ancora non bastasse, sui social millantano la loro “avventura” come se fossero stati in gita all’acquapark, tacendo tutto il resto, con il serio rischio di alimentare l’erronea convinzione che la grotta sia alla portata di tutti, una challenge da superare, un parco dei divertimenti dove giocare. Siamo allibiti da tanta presunzione e noncuranza. Siamo delusi dalla pochezza con cui hanno liquidato i volontari del CNSAS e le forze dell’ordine, arrivati lì nel cuore della notte per aiutarli ad uscire dalla grotta. Siamo seriamente preoccupati delle possibili conseguenze che comportamenti e azioni similari possano avere sul territorio e sulle amministrazioni locali. Confidiamo che questi personaggi e loro eventuali emulatori vengano biasimati ed arginati dal mondo speleologico, prima che comportamenti di questo genere possano innescare un modo distorto e pericoloso di fare speleologia. A brevissimo torneremo a parlarvi di cose belle, di speleologia, di collaborazioni e di esplorazioni”.