Unione Sarda, giornalisti dal Gup per la bufala delle ville ai Rom

Finisce davanti al giudice il caso della bufala delle ville con piscina ai nomadi. Antonello Pabis: “Un danno morale enorme, i soldi dei risarcimenti saranno devoluti in borse di studio per i ragazzi Rom”. Nuovi guai per il giornale che sotto la guida di Muroni continua a perdere copie


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La bufala delle ville extralusso ai Rom dell’ex campo della 554 finisce in Tribunale. Dopo gli articoli pubblicati dal quotidiano Unione Sarda nel 2012 era scattata la denuncia per “diffamazione a mezzo stampa” da parte dell’Asce, associazione sarda contro l’emarginazione, supportata dal legale Enrico Marcello. Il 2 aprile il Gup, giudice dell’udienza preliminare, deciderà se fissare il processo e chiedere il rinvio a giudizio dei due giornalisti del quotidiano sardo, Roberto Casu e Michele Ruffi, autori degli articoli incriminati.

A gennaio del 2014 la prima udienza dal Gup, Simone Nespoli, che aveva chiesto al pubblico ministero di riformulare il capo di imputazione. L’accusa iniziale era infatti quella di “diffamazione a mezzo stampa” aggravata “dall’odio razziale”, aggravante che poi è stata esclusa dal giudice. Non si tratta di razzismo, ma il caso non è stato comunque archiviato perché è stata riscontrata una difformità negli articoli che creavano disinformazione. Si parlava, infatti, di ville extralusso con piscina, mentre si trattava dell’ex discoteca Pandemonium abbandonata da anni, e una casa inagibile. Ma i titoli fuorvianti degli articoli e le foto a corredo facevano capire tutt’altro. “Zingari in villa, è bufera”, è forse il titolo più famoso, con cui i giornalisti avrebbero cavalcato l’onda del conflitto politico in Consiglio comunale a discapito della giusta informazione. In caso di processo l’Asce si costituirà parte civile. “C’è stato un danno morale enorme – spiega il presidente Antonello Pabis – Nell’eventualità che il Gup decida per il processo , sarà un’occasione importante, tanto più se si dovesse ottenere una punizione esemplare, che aiuterebbe a porre un freno al dilagare delle notizie inventate o pompate ad arte per puro odio razziale. Ne avevamo già parlato: l’idea di costituirci parte civile ci servirà per chiedere un risarcimento danni a carico dell’Unione Sarda. Da spendere naturalmente a favore delle comunità rom, in borse di studio o di lavoro”.

Un caso scottante che aveva avuto uno strascico anche all’Ordine dei Giornalisti. Per i contorni della vicenda infatti il giornalista Mauro Lissia era stato punito con l’avvertimento per avere “superato i confini del diritto di critica” con alcuni post su Facebook e sulla Nuova Sardegna.  Per Casu era scattata una censura, oltre alla contestazione della violazione dell’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine, in particolare per il passaggio nel quale viene sancito il dovere del rispetto della verità sostanziale dei fatti. L’Ordine aveva deciso di sanzionare anche l’autore degli articoli, Michele Ruffi, con l’avvertimento. Casu aveva inoltre dileggiato i siti Internet che si erano occupati della vicenda chiamando “orfanelli del giornalismo” i colleghi del web. E ora la palla, per i giornalisti dell’Unione Sarda guidata da Anthony Muroni, passa al Gup. Nella foto, il titolo comparso in prima pagina sull’Unione Sarda. 


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