“Una pizza sopra gli 8 euro o addirittura a 23 euro a Cagliari? Roba da far impallidire Carlo Cracco”

Un aumento a doppia cifra per una pizza da prendere e portarsi a casa, l’attacco di Giuliano Frau dell’Adoc: “Costi delle materie prime aumentati, non quelli dei condimenti. I pizzaioli mica utilizzano caviale o uova di storione: per risparmiare c’è chi utilizza prodotti scadenti”


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Aumentata in media del 27%, ma con picchi anche del 35. Nel secondo inverno segnato dal Covid, a Cagliari anche la pizza subisce un netto aumento. Non quella consumata durante una serata tra amici in pizzeria, ma quella che si ordina e che si mangia a casa. I prezzi non sono quelli due anni fa, insomma.

E Giuliano Frau, presidente regionale dell’Adoc, snocciola numeri e considerazioni decisamente nette: “Cracco ha presentato, qualche giorno fa, la sua nuova pizza a Milano da 22 euro, a Cagliari esistono pizzerie che ne fanno pagare 23 solo perchè ci sono i ricci. Cracco impallidisce. Ormai tutti gli aumenti vengono giustificati perchè ci viene detto che è così e stop, ma una pizza che costa più di otto euro è un’ignominia, i condimenti sono rimasti gli stessi di sempre, non è che i pizzaioli abbiano inserito bel menù pizza con uova di storione o caviale”. Ma le materie prime hanno subìto dei rincari, e c’è stato l’effetto valanga nei listini del prezzo: “Il riferimento è alle granaglie, cioè la farina, sono d’accordo, ma un aumento del 32 per cento è comunque troppo alto”.

Ma ci sono anche casi singoli di pizzerie che non hanno aumentato il prezzo di una margherita, di una quattro stagioni o di una carrettiera: “Ma c’è anche chi, per contenere i prezzi, sta utilizzando delle materie prime scadenti. Visto che il ricarico che si ha sul prodotto finito è abbastanza congruo, limitare l’aumento sarebbe stato un passaggio abbastanza lineare, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo”.


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