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“Un paziente, in preda ad un raptus di follia, ruba la pistola di una guardia giurata e semina il panico”

di Jacopo Norfo
12 Gennaio 2024
in rubriche

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“Io, infermiera del Santissima Trinità di Cagliari calunniata: non ho il Coronavirus”

Siamo di fronte ad un clima a dir poco avvelenato, ad una escalation di violenze che rischia di trasformarsi in tragedia. 

E a farne le spese potrebbero essere i nostri infermieri, uomini e donne prima che professionisti, padri e madri, che si trovano nel pieno di un ciclone, che non sembra destinato a placarsi.

Quanto accaduto qualche giorno fa, neanche a dirlo sempre in Campania, dove la media delle aggressioni e delle minacce ha superato addirittura quella di un episodio al giorno, anche per chi come noi era abituato a raccontare di spintoni, schiaffi e pugni, ci lascia più che mai attoniti.

Ospedale Villa Betania, Pronto Soccorso, Ponticelli, Napoli. Un paziente in attesa da qualche ora di una visita per forti dolori addominali ha perso letteralmente la testa. 

Si è improvvisamente impossessato dell’arma di una guardia giurata, armato si è rivolto verso infermieri e medici da cui pretendeva un intervento immediato per le sue condizioni, e per pochi interminabili minuti ha seminato il panico prima di essere bloccato».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Cosa sta accadendo? In pochi giorni, prima la giovane infermiera di Castellammare di Stabia presa a pugni che ha perso un dente, poi le minacce, a tre infermiere di turno, di tornare armato da parte di un parente di paziente nella notte tra il 9 e il 10 gennaio ad Avellino, e adesso un cittadino in preda ad un raptus di follia che strappa la pistola dalla fondina di una guardia giurata e scatena il terrore.

I pazienti, i loro parenti, ci appare chiaro come il sole, soprattutto nelle ultime settimane, con il picco influenzale e il conseguente surplus di accessi ai pronto soccorsi, e con l’aumento esponenziale dei disagi e dei disservizi in questo delicato settore, sono in preda alla disperazione, ma soprattutto ad azioni che spesso sfociano nella furia cieca e nella follia pura.

Ospedali in tilt, tempi di attesa anche di oltre 24 ore nelle strutture sanitarie deputate all’urgenza, infermieri che fanno del loro meglio per gestire afflussi in media di oltre 200 cittadini al giorno, alla base una carenza di personale che ormai è come una voragine senza fondo, un buio tunnel senza uscita.

Non avevamo mai registrato un tale accanimento nei confronti dei professionisti della salute, non siamo mai stati di fronte ad una tale rabbia da parte dei cittadini, che non può certo essere giustificata dagli ospedali fatiscenti e da disservizi e disorganizzazione all’ordine del giorno.

Se un paese civile, continua De Palma, ha il dovere di offrire alla propria collettività un servizio sanitario degno di tal nome, gli infermieri non possono ancora reggere a lungo questa situazione, diventando sempre di più il capro espiatorio di quella che a nostro avviso rappresenta una vera e propria emergenza sociale.

Qui rischia davvero di scapparci la tragedia, dice ancora De Palma, e dobbiamo evitarlo a tutti i costi. Perché a pagarne le spese potrebbero essere i nostri infermieri, o i medici, che con noi condividono questi rischi. 

Chiediamo nuovamente al Governo l’invio urgente dell’esercito negli ospedali con maggiore bacino di utenza. Si pensi all’apertura di una indagine parlamentare che faccia emergere i profili di responsabilità politico istituzionale e che sensibilizzi le istituzioni ad attivarsi sul problema.

Insomma, siamo di fronte a veri e propri raptus di follia che fino a poco tempo fa non sfociavano in episodi di tale gravità. Non possiamo rimanere impassibili di fronte a tutto questo», conclude De Palma.

Tags: pistola
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