“Un nuovo scempio annunciato nel centro storico di Cagliari?”, è guerra sul nuovo palazzone

Nuovo palazzone a Stampace, ambientalisti all’attacco, ecco come sarà: “Sembra uno di quei dolci tipici della pasticceria inglese piazzato nel bel mezzo del centro storico: i ritrovamenti archeologici dell’area, tutelate con vincolo culturale e con vincolo paesaggistico, devono esser destinati alla fruizione pubblica e meritano un contesto decisamente migliore”


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di Stefano Deliperi (ambientalista)

Non accade spesso, ma è in corso una procedura partecipata – richiesta dal Servizio tutela paesaggistica della Regione autonoma della Sardegna – in relazione alla realizzazione di un pesante intervento edilizio nel centro storico di Cagliari, fra Via Mameli e Vico Carloforte.

Un progetto avviato parecchi anni fa e più volte modificato, in un’area dove sono stati effettuati ritrovamenti archeologici importanti, per la realizzazione dell’ennesimo palazzone decisamente fuori luogo nel contesto ambientale-urbanistico della zona.

Si tratta della variante del piano di recupero PR 400 presentato dalla EL.FA. s.r.l. e autorizzata sotto il profilo paesaggistico quale piano attuativo (art. 9 della legge regionale n. 28/1998 e s.m.i.) con determinazione Servizio Tutela Paesaggistica per le Province di Cagliari e Carbonia Iglesias della Regione autonoma della Sardegna n. 2169 dell’11 maggio 2011, nonchè approvata definitivamente con deliberazione Consiglio comunale n. 14 del 22 marzo 2011.

Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra sono intervenute nel procedimento (10 marzo 2019) con un atto con il quale han chiesto al Servizio Pianificazione Strategica e Territoriale del Comune di Cagliari (titolare del procedimento) l’imposizione di sensibili modifiche progettuali perlomeno per attenuare l’impatto ambientale e visivo.

Infatti, l’impatto sul contesto urbanistico ambientale appare decisamente ingente, sia sotto il profilo volumetrico, che sotto il profilo cromatico, chiaramente visibile dalle simulazioni progettuali.  Si tratta di 4.774,52 metri cubi su una superficie di 955 metri quadri, con una distonìa palese rispetto al contesto edificato fra la fine del XIX secolo e gli anni ’70 del XX secolo.

Insomma, sembra uno di quei dolci tipici della pasticceria inglese piazzato nel bel mezzo del centro storico: i ritrovamenti archeologici dell’area, tutelate con vincolo culturale e con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), devono esser destinati alla fruizione pubblica e meritano un contesto decisamente migliore.


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