Un maestro indimenticabile: addio al professor Franco Farina, ex assessore della giunta Palomba

Il commosso ricordo di Enrica Anedda Endrich: Era di sinistra, fece parte per sette mesi, negli anni 94/95, della Giunta Palomba, poi si dimise (forse l unico o fra i pochissimi nella storia della Sardegna a rinunziare spontaneamente a una poltrona).
Non gli piacevano ” i giochi” della politica e non voleva esserne complice”


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MAESTRI INDIMENTICABILI
di Enrica Anedda Endrich
È volato in cielo un grande maestro di diritto, soprattutto di vita: Franco Farina, ex assessore all’Industria e presidente del Banco di Sardegna.
I giornali gli hanno dedicato uno spazio troppo piccolo, che contrasta con la grandezza dell’uomo:
viviamo in un mondo, dove conta solo la capacità di mettersi in mostra, che disperde l’esempio dei pochi grandi uomini che realmente hanno brillato e che dovrebbero essere un faro di vita per tutti.
Mi considero una privilegiata per avere avuto la fortuna e la capacità di ricevere gli insegnamenti di maestri insostituibili dell’avvocatura e del diritto.
Con alcuni, fra questi il professor Farina, ho avuto l’ulteriore di privilegio di instaurare un rapporto di stima e di affetto reciproci.
Lo stimavo immensamente per la passione e la chiarezza con la quale insegnava il diritto commerciale.
Ma non solo per quello.
Il professore, che era all’antica, nel tempo mi aveva inviato alcune splendide lettere scritte a mano, che conservo gelosamente (ovviamente ricambiate), per esprimere la sua stima per me e per i miei familiari; dopo le elezioni amministrative ci eravamo incontrati: con generosità voleva mettere a disposizione mia e dell’amministrazione comunale le sue competenze e i suoi consigli.
Era di sinistra, fece parte per sette mesi, negli anni 94/95, della Giunta Palomba, poi si dimise (forse l unico o fra i pochissimi nella storia della Sardegna a rinunziare spontaneamente a una poltrona).
Non gli piacevano ” i giochi” della politica e non voleva esserne complice. Per questo motivo, pur essendo di sinistra, come tutte le persone intelligenti, di spessore umano e etico, a prescindere dalla parte politica, aveva una grande stima di mio nonno Enrico Endrich e di mio padre e ci teneva a ribadirlo ogni volta.
Era convinto che dalla mia famiglia avessi ereditato la dirittura morale e lo spirito di sacrificio; nella disperazione di questi tempi bui, confidava anche in me per il futuro della nostra città e della nostra isola.
Sono molto addolorata, sento che siamo sempre più soli, perché i giganti sulle spalle dei quali siamo arrampicati per guardare lontano con chiarezza, stanno mancando ad uno ad uno.
La sua scomparsa con la memoria del suo esempio è uno sprone per impegnarmi sempre di più, avendo ben chiari principi e valori, e a non arrendermi mai


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