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Un fiume di fango e distruzione, uno tsunami violentissimo, un dramma inatteso e imprevisto che ha lasciato dietro di sé una scia di morte e dolore. Insanabile. È pesantissimo il bilancio dell’alluvione che ieri sera ha travolto le Marche: 9 le vittime accertate, 4 i dispersi tra cui 2 bambini, oltre 150 sfollati e interi paesi letteralmente cancellati, senza più né luce né acqua né case. Senza più nulla. In pochi minuti è caduta la quantità d’acqua che di solito cade in sei mesi: violenta, cattiva, improvvisa, non ha perdonato chi si trovava nel posto sbagliato e ha cercato scampo come ha potuto, sui tetti delle auto o delle case. Esondato il fiume Misa e i torrenti minori, tanti i comuni devastati in provincia di Ancona e di Pesaro Urbino. Migliaia gli sfollati, i volontari stanno allestendo posti letto nei palazzetti dello sport, nelle scuole e nelle parrocchie. Tra volontari, vigili del fuoco, forze dell’ordine, circa 700 persone stanno lavorando sul territorio. Nel pomeriggio sono arrivati il premier Draghi, che ha annunciato lo stanziamento immediato di 5 milioni per far fronte alle prime emergenze, e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio.
Fra tutte, e tutte fatte di grande dolore, colpisce la storia di Silvia Mereu, la farmacista di origine sarda (la famiglia è di Urzulei) a cui l’acqua ha letteralmente strappato dalle braccia il figlioletto Mattia, 8 anni. Lo teneva stretto, stava tentando di raggiungere casa di sua madre, ma non ce l’ha fatta a proteggerlo. Lei si è salvata, lui no.
Eppure, sulle Marche l’allerta era gialla, nulla di cui preoccuparsi insomma, fino all’arrivo dell’inferno di acqua e fango. Intanto, il tempo è in peggioramento su gran parte del Paese tanto che la Protezione Civile ha diramato allerta arancione per 4 regioni tra cui l’Umbria, in parte già colpita dalle piogge di ieri, Campania, Basilicata e Calabria. Per molte altre allerta gialla.
La Sardegna intanto, che al momento non è coinvolta nell’allerta, è pronta a inviare colonne di aiuti nelle Marche attraverso la Protezione Civile per aiutare le popolazioni colpite.
Il pensiero torna intanto agli anni scorsi, alle alluvioni di Capoterra e Olbia, che hanno portato morte e distruzione anche nell’isola.