Umberto, barista nel “deserto” della 131: “Aprire anche di notte? Non rientrerei nelle spese”

Autogrill e bar sbarrati anche prima di mezzanotte, le ragioni del barista di Abbasanta: “Non passa quasi nessuno, come potrei rientrare nei costi?”. E precisa: “Domenica, alle 22, ho accolto i viaggiatori di un bus: molti non hanno consumato ma sono andati in bagno”


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La notte è lunga in Sardegna, soprattutto per chi viaggia in auto sulla Ss 131. Bar o autogrill aperti a mezzanotte? Non pervenuti. Certo, un disagio per gli automobilisti, sia sardi sia turisti. Dall’altra parte, però, parlano i baristi dei locali ai bordi della statale. Sino a qualche anno fa, trovare un bar per acquistare una bottiglietta d’acqua o bersi un caldo caffè era tutt’altro che un’impresa. Poi, qualcosa è cambiato. E, secondo Umberto Caredda, titolare di due bar al chilometro 122,700 della lunga lingua d’asfalto sarda, “tenere aperto di notte è inutile, non ce la farei mai a rientrare nelle spese”. Trentotto anni, nato a Seui ma residente ad Abbasanta, i suoi orari sono ben definiti: “Apro il bar in direzione Cagliari alle sei, quello in direzione Olbia alle quattro”. E le chiusure? “Alle 20, in estate alle ventidue. Infatti, domenica scorsa ho fatto entrare, poco prima dell 22, i viaggiatori del bus. Non è vero, come ha sostenuto una donna, che gli abbiamo abbassato la serranda sui piedi, anzi. Molti di loro non hanno consumato ma hanno utilizzato il bagno. Nessun problema, ma era giusto precisare”.

 

E, tornando al discorso delle grandi serrate notturne, Caredda è netto: “Nessuno dei miei colleghi, ormai, tiene il locale aperto anche di notte. Io ho 22 dipendenti e tanti costi da sostenere. Anche se dovessero fermarsi dieci persone, dopo mezzanotte, non rientrerei comunque nei costi”. Quali costi? “L’energia elettrica, il sapone e il gel dei bagni”, osserva il barista. Insomma, alla fine della giostra, almeno secondo lui, “il gioco non vale la candela”. E il deserto di servizi sulla 131, di notte, viene pienamente confermato.


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