Uccisa per una “tempesta emotiva” con pena dimezzata, il caso di Olga Matei divide l’Italia

La decisione della Corte d’Appello ha portato da 30 a 16 gli anni di carcere per il fidanzato. “Ma la gelosia è un’aggravante”


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La Procura generale di Bologna farà ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte di assise di appello che ha quasi dimezzato, da 30 a 16 anni, la pena per Michele Castaldo, omicida reo confesso di Olga Matei, con cui aveva una relazione da circa un mese.

Il nostro giornale partner Quotidiano.net rivela i dettagli di una vicenda che fa davvero discutere: “Nella sentenza si concedono le attenuanti generiche anche perché l’uomo era in preda a una ‘tempesta emotiva’. L’ufficio giudiziario guidato dal pg Ignazio De Francisci chiederà alla Suprema Corte di valutare la correttezza dei principi espressi. “La gelosia non è stata considerata motivo di attenuazione del trattamento, anzi, al contrario, motivo di aggravamento in quanto integrante l’aggravante dell’avere agito per motivi abietti-futili (e ciò con ampia e convinta motivazione, che occupa due pagine fitte di motivazione)”, spiega il presidente della Corte di appello di Bologna Giuseppe Colonna.”.


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