“I turisti mi chiedono dov’è l’entrata di Tuvixeddu, ma a Sant’Avendrace è tutto sbarrato”

l paradosso del turismo a Cagliari. Davide Casti, da 2 anni e mezzo, ha una gastronomia in viale Sant’Avendrace. “I vacanzieri mangiano anche da me, non c’è la giusta accoglienza per gli italiani e gli stranieri che sono desiderosi di visitare la nostra necropoli”


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l paradosso del turismo a Cagliari. Davide Casti, da 2 anni e mezzo, ha una gastronomia in viale Sant’Avendrace. “I vacanzieri mangiano anche da me, non c’è la giusta accoglienza per gli italiani e gli stranieri che sono desiderosi di visitare la nostra necropoli”
“Molti turisti si fermano a mangiare un boccone e, con la cartina della città tra le mani, mi chiedono dove è l’entrata di Tuvixeddu. Io allargo le braccia e spiego loro che, almeno a Sant’Avendrace, non c’è”. Meglio, c’è ma è sbarrata da un cancello, e abbondano le sterpaglie. Davide Casti, due anni e mezzo fa, tenta la sfida di fare business in periferia. Con il cibo. Finora i risultati sono buoni.
 “Siamo comunque in periferia, la cultura potrebbe essere il settore trainante per tutto il quartiere. Tuvixeddu è dietro l’angolo, ma il Comune non la valorizza a dovere”. Spazio anche ai problemi classici, quelli di tutti i giorni. “Tantissimi clienti anziani hanno i figli adulti ancora disoccupati. La mancanza di lavoro provoca un effetto valanga su tutto il resto”.