“Tumore alla vescica, dopo tante visite ho scelto di andare al San Raffaele di Milano: intervento riuscito in 6 ore”

Ha girato vari ospedali Pier Paolo Mastino, 75enne cagliaritano. Lastre, esami e prelievi, poi la scoperta: “Un tumore. Dopo varie diagnosi ho preferito pagare andata e ritorno in aereo, taxi, 400 euro per una visita di mezz’ora ma con la sicurezza di non avere più rischi. Dopo tre anni sto benissimo, a Cagliari non sapevo se dovevo andare al Brotzu o al Santissima Trinità”


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Ha scelto, dopo aver macinato tantissimi chilometri per vedere dottori e specialisti che riuscissero a stilare una diagnosi corretta. Diagnosi che ha ottenuto, alla fine, Pier Paolo Mastino, 75enne cagliaritano: “Tumore alla vescica”. Poteva essere operato nella sua città, Cagliari: “Al Brotzu o a Is Mirrionis, anche se non ho mai saputo se in quest’ultimo ospedale avessero il macchinario adatto”. Tant’è: prima ha dovuto sottoporsi “a verifiche delle cistoscopie e due cicli di instillazioni nella vescica, fatte nella nuova casa di cura di Decimomannu. Subito dopo sono andato da un mio amico medico di Quartu, Pierpaolo Manca, scomparso purtroppo due mesi fa. Solo dopo varie analisi sono riusciti a dirmi, esattamente, cosa dovevo fare”. E cosa? “Farmi togliere, purtroppo, la vescica”. Era l’estate del 2019. Ma sono stati i tempi, abbastanza lunghi, tra un consulto e l’altro, che hanno spinto Mastino a mettere mano al portafoglio e pagarsi due biglietti aerei, due viaggi taxi e una consulenza salata “da professor Montorsi, per mezz’ora ha voluto 400 euro” e farsi operare al San Raffaele di Milano: “Un’eccellenza”, ammette il 75enne. “A distanza di tre anni, l’intervento l’ho fatto a settembre 2019, nessun problema, non devo prendere medicinali o pastiglie. Certo, ho potuto pagare, sono fortunato, dopo una vita trascorsa a fare il geometra”.
Ha bocciato gli ospedali sardi, Mastino, per due motivi: “Non ho avuto abbastanza fiducia. Se per un quadro clinico corretto devi attendere tanti mesi, pensi sempre a come potrà andare, poi, un intervento decisamente delicato come la rimozione della vescica”. E l’altro motivo? “La lentezza della sanità sarda, è sotto gli occhi di tutti. Hai tutte le carte in regola ma devi attendere che si liberi cmq un posto per essere curato. Conservo ancora, gelosamente, tutta la relazione medica di chi, alla fine, mi ha diagnosticato il cancro, il mio amico medico di Quartu purtroppo scomparso due mesi fa, Pierpaolo Manca. È stato grazie a lui che ho scoperto che non volevo e potevo perdere troppo tempo. Così, ho pagato il viaggio e l’ultima consulenza prima dell’operazione: oggi posso dire di essere una persona sana”.


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