Trump salva il pecorino sardo dalla scure dei dazi: esultano i produttori della Sardegna

Nella black list di Trump non c’è il Pecorino romano da grattugia ma solo quello da tavola. La Sardegna, che negli Usa vende quasi esclusivamente pecorino grattugiato, uscirebbe indenne dalla scure americana dei dazi al 25%.Un sospiro di sollievo per tutto il comparto che ha spulciato e letto attentamente i codici dei pecorini a cui saranno applicati i dazi. Ecco tutte le reazioni


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Nella black list di Trump non c’è il Pecorino romano da grattugia ma solo quello da tavola. La Sardegna, che negli Usa vende quasi esclusivamente pecorino grattugiato, uscirebbe indenne dalla scure americana dei dazi al 25%.Un sospiro di sollievo per tutto il comparto che ha spulciato e letto attentamente i codici dei pecorini a cui saranno applicati i dazi.

“Da quanto abbiamo letto, l’elenco dei dazi riguarda solamente il Pecorino da tavola – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – è questa per noi è un’ottima notizia perché riguarda solo una piccolissima percentuale del nostro Pecorino esportato negli Stati Uniti e comunque non tale da incidere sulla nostra economia. Per noi sarebbe stata una doppia beffa visto che nel 2019 stanno finalmente crescendo le esportazioni, quest’anno negli Usa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sono cresciute oltre il 53”.

Il dazio sul Pecorino sarebbe stata una mazzata per l’economia agropastorale ma anche per tutta la Sardegna, visto che il Pecorino romano Dop, prodotto con circa il 60 per cento del latte munto in Sardegna, è il pecorino più esportato d’Europa e soprattutto negli Usa. “Il nostro codice non compare nella black list – commenta Battista Cualbu –. Abbiamo sempre detto di evitare gli allarmismi ed occorre evitare anche le speculazioni su un, per il momento, falso allarme”.

“Ora è bene comunicare tutti insieme dati rassicuranti – conclude il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – affinché la scarsa produzione di Pecorino Romano dell’annata appena conclusa, sotto i 270 mila quintali, e l’aumento delle vendite, possa portare a un aumento sul mercato del prezzo del Pecorino Romano, e lo scampato pericolo dell’aumento dei dazi, che poteva rappresentare un elemento di ostacolo alla crescita dei prezzi, in questo modo va a rassicurare anche il mercato complessivo di questo importante prodotto”.

LE REAZIONI. Intanto il Consorzio per la tutela del pecorino romano è impegnato in misura diretta, con i propri legali in USA, a tutela degli interessi commerciali della DOP, per scongiurare 
che il nostro sistema agroalimentare possa essere coinvolto definitivamente in questa disputa che ha altri attori protagonisti e che provocherebbe danni economici enormi. 
 
Preso atto della decisione del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) sul caso AIRBUS, il Consorzio confida ora che lamministrazione Trump e lUnione europea troveranno un accordo 
che possa porre fine ad una  potenziale guerra commerciale, e si aspetta dunque da parte del Governo Italiano e della Commissione una posizione univoca per escludere il settore da 
uneventuale ritorsione commerciale, essendo del tutto estraneo al contenzioso.  
 
Il presidente del Consorzio, Salvatore Palitta, sottolinea che lelenco diffuso dalle Autorità Federali Americane, avendo ancora uno scopo indicativo e non definitivo, deve in questo momento essere utilizzato con prudenza, in attesa di avere un quadro chiaro e definitivo della posizione dellAmministrazione USA. 
 
Per la DOP Pecorino Romano il mercato USA rappresenta il mercato principale di destinazione finale, con oltre il 50% della sua produzione annuale. Per questa ragione è stato sviluppato un 
sistema di protezione giuridica negli USA del marchio collettivo molto avanzato, che comprende anche lesclusiva protezione della forma e dellutilizzo del nome Pecorino Romano. 
 


In questo articolo: