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Trapianti al Brotzu, arriva la nuova protesta della Uil-Fpl. A riaccendere la miccia delle polemiche è il segretario territoriale Attilio Carta, con un lungo comunicato dove mette in evidenza quelle che, a detta sua, sarebbero gravi criticità che sta vivendo il personale e gli operatori impegnati nel settore delle donazioni. Carta chiede un rapido intervento del presidente della Regione, Christian Solinas, per “garantire un congruo intervento economico che consenta di pianificare un serio e affidabile programma operativo di lungo termine e di rivedere e rimodulare il sistema complessivo dell’attività dei trapianti in Sardegna”. Ecco, di seguito, l’intera nota firmata dal sindacalista.
“Anche nel periodo di ferie, in pieno Agosto, il Brotzu, senza sosta alcuna, (perché Sanità, Sicurezza e Informazione non si fermano mai) ha garantito un’adeguata assistenza alla popolazione Sarda. La politica, invece, ha preferito “tacere”. Salvo poi, però, riapparire puntualmente ad ogni tornata elettorale. Ma, mentre il “sistema”, per lo più, non risponde, gli operatori sanitari (col consueto religioso silenzio e una lodevole abnegazione professionale) pur se “demotivati”, erano instancabilmente impegnati h 24 per 365 giorni (6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi) l’anno per salvare vite umane, oltreché garantire a tutti le cure più adeguate. Con questo spirito, infatti, il personale non ha interrotto, nemmeno per un istante, la sua encomiabile attività, quantunque sistematicamente bistrattato sia a livello professionale che economico e personale. La vera eccellenza della sanità Sarda, e del Brotzu in particolare, è proprio questa. Aldilà di tutto, per fortuna esistono ancora persone di tale calibro ed elevato spessore sia professionale che umano. Essere professionalmente “sobri” ci sta pure, ma schiavi no! O quantomeno essere trattati come tali. È altresì, immancabilmente, caduta nel nulla l’ennesima denuncia sindacale che invece doverosamente raccolse (amplificandolo) l’accorato grido d’allarme dei Lavoratori impegnati nell’attività dei Trapianti. Infatti, ahimè, non c’è stata alcuna risposta concreta da parte delle autorità ed organi competenti tale da affrontare realmente l’emergenza trapianti. Per cui senza, o quasi, una vera e propria programmazione di lungo termine, vivendo praticamente alla giornata, di fatto, essa è affidata principalmente all’enorme senso del dovere degli operatori per i quali, tra l’altro, nessuno riesce a trovare soluzioni adeguate per garantire loro una congrua valorizzazione sia professionale che economica. Tutto ciò è vergognosamente assurdo! Ebbene, questo è quanto si percepisce quotidianamente, anche, nelle corsie dell’Ospedale di Riferimento Regionale per alcune patologie importanti tra cui i tumori alla prostata(con Robot e Brachiterapia) e, naturalmente, per l’attività trapiantistica, per cui è difatti inserito nel circuito del Coordinamento Nazionale per i Trapianti d’Organo. Così come è altrettanto incomprensibile che, mentre prima vigeva una sorta di “accordo” per cui uno dei due reni da donatore giovane, in presenza di un giovane ricevente Sardo, veniva tacitamente trapiantato in Sardegna, da quando il Coordinamento Nazionale ha invece avocato a se quasi tutta la “gestione” sulla destinazione degli organi, ciò, in realtà, non è più del tutto “garantito”. Aldilà delle varie argomentazioni giustificative ripetutamente enunciate però, di fatto, ciò è comunque quanto spesso accade. Non vorremmo che, pure per i Trapianti, la Sardegna diventasse una sorta di “nuovo granaio di Roma”. A tal fine, è altrettanto doveroso chiarire, a tutti, che, in quanto a solidarietà, altruismo, sensibilità e, soprattutto, generosità, i Sardi non sono mai stati secondi a nessuno, nemmeno a livello nazionale. I Trapianti sono una cosa seria e, come tale, va pianificata nei dettagli e non improvvisata. E’, tra l’altro, impensabile infatti che il personale dedicato non sia adeguatamene valorizzato e incentivato. Ma è ancor più grave che nessuno, per quanto di competenza, si ponga concretamente questo problema. Inoltre, relativamente alle conseguenze causate dall’indisponibilità di personale dedicato, oltre il normale orario di servizio, sta puntualmente accadendo quanto in precedenza scongiurato. Pertanto, si è oramai giunti al punto in cui ogni qualvolta c’è la necessità di un prelievo d’organo ed eventuale trapianto si porrà la tragica prospettiva di dover individuare la priorità d’intervento tra Trapianto e normali Urgenze-emergenze che giungono al Brotzu. Un tragico epilogo annunciato ma da nessuno impedito! Qui tutti, spesso fuori luogo, comandano senza però rispondere delle proprie azioni. Ci si ostina sempre e comunque coi sistemi autoritari e fortemente demotivanti. Ma così non si va da nessuna parte! Urge invece un solido sistema operativo fortemente incentivante. La Regione, pertanto, deve assolutamente garantire un tangibile intervento finanziario rigorosamente specifico per tale attività e senza condizionamenti. Si abbia il coraggio di porre definitivamente fine a questo “rimpallino” generale sulla salute pubblica. Infatti anche di recente, essendo l’ equipe delle urgenze-emergenze impegnate in alcuni prelievi e trapianti d’organo, si è reso necessario intervenire sui pronto soccorso al fine di smistare in altri ospedali le urgenze normalmente destinate invece al Brotzu. Spesso incidendo negativamente anche sulle liste d’attesa di interventi per patologie tumorali gravi. Ebbene, quantunque ciò, in tre giorni, son stati portati a termine un prelievo d’organi e tre trapianti di rene. Ma, contemporaneamente, addirittura anche quattro interventi di chirurgia maggiore per tumori della vescica e della prostata in lista d’attesa. Sottoponendo così, come al solito, il personale al consueto estenuante “tour de force” spesso, però, non adeguatamente riconosciuto, causa il probabile “conflitto” con le normative contrattuali ed Europee vigenti. Anche in queste occasioni solo la consolidata, ma non adeguatamente valorizzata, disponibilità e spicato senza civico di tutti gli operatori ha consentito di ottenere simili risultati. Non è più possibile però pensare di continuare in questo modo un’attività estremamente importante e strategica per l’intera popolazione Sarda. Chi lo dovesse sostenere è completamente avulso dalla realtà o palesemente in mala fede. Stante tutto ciò è del tutto evidente che, al fine di garantire i consolidati standard qualitativi raggiunti da sempre, l’attività trapiantistica deve essere fermamente impostata al di fuori del normale orario di servizio con un sistema premiante legato esclusivamente al raggiungimento di precisi obiettivi ben individuati e certificati. A ciò si è infatti ispirata la proposta puntualmente inoltrata dalla UIL-Fpl a tutti gli organi Istituzionali, Regionali ed Aziendali preposti. Il solito silenzio totale! Ebbene la UIL invece sollecita e, senza scomodare il classico Azzeccagarbugli di turno, ci si aspetta responsabilmente, una seria e costruttiva quanto risolutiva risposta politica. Tempo e pazienza sono abbondantemente scaduti! L’alternativa per i Lavoratori è seguire altre strade. Infine nel rispetto del popolo sardo e con l’intento di scongiurare il nefasto rischio della paralisi dell’attività dei Trapianti in Sardegna, considerando il colpevole silenzio e apatia istituzionale sinora perseverati, in qualità di massimo garante del benessere e della salute di tutti i Cittadini oltreché della “Sardità istituzionale” stessa, si chiede allo stesso Presidente della Regione Sardegna un suo diretto e autorevole intervento, per dirimere tutti gli intoppi burocratici che, di fatto, stanno penalizzando fortemente tale attività sanitaria strategica, al fine di garantire un congruo intervento economico che consenta di pianificare un serio e affidabile programma operativo di lungo termine; di rivedere ed eventualmente rimodulare il sistema complessivo dell’attività dei trapianti in Sardegna e se necessario rivalutare, a maggior tutela dei pazienti sardi, gli “accordi” sulla destinazione degli organi stessi. La UIL quale Sindacato dei Cittadini sarà sempre a fianco di Lavoratori e Cittadini e, in assenza di ingiustificate risposte all’ennesima richiesta, non esclude eventuali iniziative sindacali e di massa anche eclatanti. Di fronte al numero crescente dei famigerati viaggi della speranza, rispondere col silenzio è persino colpevole. La politica tuteli realmente il benessere dei Sardi e riappropriandosi del suo ruolo di indirizzo Sanitario, con tutti i mezzi e senza ulteriore indugio, ponga subito rimedio a questo triste scenario assistenziale!”.