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Il giorno del pianto. Dopo lo strazio e l’orrore di un 31 luglio d’inferno alla stazione di Riccione, dove hanno perso la vita Giulia e Alessia Pisanu, le sorelle bolognesi di 17 e 15 anni, un mazzo di fiori è comparso in mattinata nel luogo in cui le giovani hanno perso la vita, travolte da un Frecciarossa lanciato ai 200 orari in direzione Milano. La Procura non ha ravvisato anomalie né irregolarità nei sistemi di sicurezza della stazione di Riccione.
E mentre due città piangono per la disgrazia e i fiori segnano il punto in cui è accaduto qualcosa di drammaticamente indelebile, si aggiungono nuove testimonianze della dinamica.
“La ragazza col vestito verde (pare si trattasse di Alessia, ndr) l’ho vista seduta sul binario 1 – così racconta Stefano Grati, che ieri si trovava in stazione di ritorno da una serata in Riviera -. L’amica, che poi ho scoperto essere la sorella, a quel punto è scesa sui binari per cercare di portarla in salvo. L’altoparlante aveva annunciato il transito del treno e a quel punto non c’è stato niente da fare. È stata una scena che non dimenticherò e per cui il primo pensiero è stato per la famiglia di queste povere ragazze”.
Qualche minuto prima di morire inoltre le ragazzine avevano parlato al telefono con il padre per rassicurarlo che stavano tornando a casa. E’ quanto emerso dalle varie testimonianze che la Polizia ferroviaria sta raccogliendo circa le ore precedenti la morte delle due ragazze.
Le indagini della Questura non scartano al momento nessuna delle ipotesi, dalla tragica fatalità al suicidio, proseguono, in particolare sui filmati delle telecamere alla ricerca di ulteriori particolari. Anche se, da quanto trapela, pare che le immagini utili riprendano solo il momento dello schianto.
In corso ci sono anche l’autopsia e l’esame del dna disposti per chiarire lo stato psicofisico delle due ragazze, che avevano passato la serata nei locali della movida riccionese come spesso facevano.
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