L’intervento cementizio è di quelli che, sulle prime, apparirebbero mostruosi, colossali: 250 mila metri cubi “da rovesciare su 330 ettari in uno dei litorali più incontaminati e sconosciuti al turismo di massa”, quello di Bosa. Insomma cemento sull’ambiente.
E sarebbe questa, in estrema sintesi, la notizia principale che in Sardegna, in tema di conservazione ambientale e di bellezze naturali, appare indigesta quanto un macigno.
UN MACIGNO SCAGLIATO DA BEPPE GRILLO. E’ stato lui, il “politicomico” Grillo che ha innescato una polemica detonante: con articoli e video divulgati nel suo blog, ha asserito (in un post dal titolo “Salviamo Bosa dal cemento”), che il territorio di Tentizzos, ancora incontaminato, rischierebbe grosso per l’imminente realizzazione di un campo da golf con 18 buche e annessi servizi. E giù varie citazioni in riferimento alla “Giunta di Centrodestra guidata da Ugo Cappellacci per individuare nuove aree da dedicare a impianti golfistici consentendo di costruire alberghi, centri benessere e spa, e strutture turistiche di vario tipo tra cui, appunto, campi da golf”.
Insomma, una notizia che, diffusa in questo modo, seppure in un semplice post, stimola la riflessione. In gioco c’è il futuro della nostra isola, del suo territorio e della conservazione dell’ambiente.
COSI’ CI SIAMO RECATI A BOSA. Abbiamo intervistato il primo cittadino, Piero Casula, classe 1961, eletto sindaco 2009.
Piero, come considera le recenti polemiche di Grillo sulla temutissima “cementificazione” nei pressi di Bosa?
Sono frutto di una richiesta fattagli da qualcuno, senza però avere le informazioni corrette della cosa…
Quindi, politichese a parte, a Bosa non sono previste cementificazioni?
Si. Posso dire che a Bosa non è in atto nessuna cementificazione, anzi…
Allora il progetto approvato a suo tempo dal Comune, quello inerente anche i campi da golf? Smentisce le polemiche o il progetto?
Facciamo chiarezza. Va detto che oggi abbiamo due Piani di lottizzazione approvati tra il 2004 e il 2007, nel pieno rispetto delle Leggi, del Puc vigente, per costruire residenze e alberghi: 247 mila metri cubi, dei quali 217 a Campu ‘e mare e 30 mila a Sa Sea.
È un vostro progetto?
Non proprio. Nel 2009, dopo la mia elezione, abbiamo trovato questa situazione e abbiamo chiesto alla Società Condotte di rivedere il progetto, modificando l’unica lottizzazione al momento in esecuzione, quella di Campu’e Mare. Abbiamo chiesto una migliore qualità architettonica, intervenendo sulle tipologie edilizie, armonizzandole con il contesto di riferimento e con un uso del territorio…
Quale uso?
Mi riferisco ad un uso più attento e meno intensivo del territorio, rispettandolo e che in tal senso non snaturasse le caratteristiche che rendono Bosa unica nel suo genere. Ma nel mentre, era nel 2011, la Regione Sarda approvò la legge 19 che porta in dote ai campi da golf, eventualmente realizzabili, 75 mila metri cubi.
Di conseguenza, come vi siete mossi…
Attraverso la condivisione di un Protocollo d’intenti, abbiamo chiesto alla Società, nel caso ottengano il Nulla Osta per il Campo da Golf, di rinunciare a queste volumetrie aggiuntive.
Proposta accolta?
Si, hanno già accettato anche a fronte delle diverse proposte ideate per i nuovi progetti. Tra questi, nel Protocollo che ha solo carattere di indirizzo e si badi, non autorizzativo, abbiamo inserito una ipotesi prioritaria: quella che preveda un progetto senza il campo da golf, limitando la modifica di quanto ad oggi autorizzato solo alle due aree di Campu ‘e Mare e Sa Sea.
Quali risultati otterreste, in tal senso, per il territorio che vi ospita?
Complessivamente, la nuova proposta progettuale, seguendo il principio di “non consumare territorio”, dovrà prevedere “pari o minori volumetrie” di quelle già convenzionate, ma ripartite in maniera completamente diversa, ed equilibrata.
Prevede anche la sistemazione delle superfici liberate dai volumi in esubero con verde, parco vita, percorsi salute, piste ciclabili e pedonali, aree per lo sport, oltre a tutta una serie di prescrizioni e vincoli.
Qualche esempio concreto?
Miglioreremo la linea della costa ad esempio, rendendola fruibile, dotandola di parcheggi attrezzati raggiungibili comodamente dalla strada provinciale integrato ad un sistema di mobilità interno dell’area di Tentizzos con navette, mezzi elettrici, bike e moto sharing. Spiaggia e costa diverranno attrattive di livello, dotate di aree per la balneazione sicura.
Aree con libero accesso, dotate di vari servizi, quelli igienici inclusi. Ma anche la messa in rete delle località Tentizzos e Sa Miniera rientra in questi progetti che mirano alla valorizzazione dell’ingresso della vecchia miniera e anche alla realizzazione del “percorso dei minatori”.
Insomma a Tentizzos, contrariamente a quel che molti dicono, non è prevista alcuna cementificazione invasiva.
Non è previsto alcun metro cubo in più rispetto al recupero di quelli esistenti cole la casa del pastore e i vecchi depositi. Mentre gli eventuali volumi, sempre che la Legge del Golf sia recepita dal piano paesaggistico regionale, dovranno essere obbligatoriamente costruiti oltre i 1000 metri dalla costa in località Sa Miniera.
Allora, le polemiche del blog sono esagerate?
Posso dire che è nostra intenzione ridurre i volumi già autorizzati e convenzionati, per il bene di Bosa.
Crede che Grillo sia stato tentato da un momento mediatico, ad esempio per favorire con questo tema ambientalista, il Movimento che capeggia?
No. Credo invece che da parte di chi lo ha informato non ci sia stata la dovuta attenzione alla reale posizione del Comune e della Società, anche perché stiamo partendo da una situazione già autorizzata e che vede i due soggetti impegnati a trovare soluzioni meno impattanti.
Come sempre si fa di ogni erba un fascio. Grillo è troppo intelligente per non cogliere questi aspetti e lo invito ad aspettare di conoscere quella che sarà la determinazione che il Consiglio Comunale di Bosa assumerà nel merito, prima di esprimere le sue valutazioni. Che poi all’interno del M5S, in Sardegna, ci sia qualcuno che voglia cavalcare questa tematica ambientalista in vista delle elezioni, è possibile.
Ma ritengo necessario che i leader dei movimenti e dei partiti si debbano esprimere sempre e comunque, naturalmente senza alterare lo stato delle cose, come i collaboratori di Grillo hanno fatto in questa occasione.
Cosa accadrà nel concreto a Bosa se venissero approvati i progetti?
Questa io la vedo come una ulteriore opportunità per Bosa e il territorio, per creare i presupposti di una offerta che, realmente e concretamente, punti a destagionalizzare il turismo.
Quella del Golf è una di queste opportunità, non l’unica e si deve integrare alle altre, naturalmente con tutte le cautele del caso e garantendo interventi eco-sostenibili. Una strada intrapresa con la recente edizione della BITAS svoltasi a Bosa, puntando sull’ambiente per valorizzare tutte quelle discipline di turismo attivo che a Bosa trovano il massimo dell’offerta.
Compreso il Golf, Sindaco…
Il Golf non va demonizzato, se fatto bene nel rispetto dei luoghi dove viene adagiato e senza annessa speculazione edilizia. Ma a Bosa stiamo parlando di altro: stiamo chiedendo di ridurre i volumi, per puntare alla qualità e all’eccellenza, aggettivi che qualificano la bellezza del nostro territorio e del Centro storico. Credeteci!
Le ricadute saranno solo positive perché aggiungono servizi e aumentano l’offerta.
Una programmazione che priverà Bosa di verde e territorio, con cemento al posto della roccia?
No, perché questa è una programmazione “ad includere”, “non ad escludere”.
Lei è originario di Bosa. Da cittadino che (credo) ama la sua città, quali pro e quali contro per gli abitanti del paese, il turismo, l’ambiente?
Il contro potrebbe essere l’illusione che il golf sia la panacea di tutti i mali, soprattutto se accompagnato da speculazioni e devastazioni.
I “pro” sono le grandi opportunità sul tappeto, oltre alla necessità di comprendere che Ambiente e Uomo devono integrarsi e rispettarsi a vicenda, facendo in modo che quello che da tutti è riconosciuto come un luogo da sogno, grazie all’unicum di un Borgo antico, sovrastato dal Castello Malaspina, con le vecchie concerie che si specchiano maestose sull’unico fiume navigabile della Sardegna che la attraversa da Est ad Ovest, per congiungerla con il Mare e le splendide Coste della Sardegna Nord ovest, diventi il volano di una rinascita socio-economica, attesa ormai da troppi anni.
Il centro storico, l’ambiente e i grifoni visti e intesi come risorse, non come ostacolo allo sviluppo e alla valorizzazione.
Quali contro sugli stessi temi?
Il timore di non ritenerci pronti a questa sfida che può cambiare un po’ il nostro modo di vivere: da gente che aspetta tranquilla l’evolversi delle cose, a gente che riprende l’antica arte bosana del “fare” e dell’ ”essere protagonista del suo futuro”, senza subire gli eventi, ma governando il processo di cambiamento.
In definitiva, il Comune, cosa chiede e cosa vuole per Bosa?
Maggior autostima di noi bosani, abituati a cercare nella nostra città quello che non c’è, senza apprezzare nel modo dovuto quello che già abbiamo, che è tantissimo.
Da primo cittadino vorrei maggior intraprendenza, che responsabilmente ci metta in prima linea nelle sfide che il futuro ci sta mettendo davanti. Eviterei la demagogia, il populismo e la dietrologia, che rischiano di riportarci indietro all’infelice periodo ottocentesco, dove miseria e malattie devastarono la nostra città.
Vorrei la possibilità che Bosa possa giocare le sue carte, con responsabilità e consapevolezza, senza barriere ideologiche e senza steccati di sorta.
La Bosa attuale, dunque?
Una città e un territorio disposti a scommettere sulla loro capacità di essere protagonisti.
Vorrei che “Bosa rimanga Bosa”, non ancorata a “su connottu”, al passato, ma al contrario: facendone tesoro per innovarsi. Per crescere in maniera equilibrata.