Terremoto in Confcommercio: la guerra di potere e le mire sulla Fiera

Si dimettono 5 membri del consiglio in due giorni. Si spacca l’alleanza che ha portato alla defenestrazione dell’eterno Deidda. Il presidente Bertolotti va avanti: “Saranno sostituiti. Non c’è più spazio per chi è in carica da 15 anni”


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Terremoto in Confcommercio: si mettono 5 consiglieri in due giorni. Di fatto si spacca l’alleanza che aveva portato alla defenestrazione di Gianfranco Deidda, storico presidente dell’associazione. Una battaglia di potere interna al Confcommercio (arriva poco prima dei rinnovi delle cariche in seno alla Camera di Commercio), dove i dirigenti più giovani si scontrano con gli anziani in carica dai tempi di Deidda, e legata al ribaltone alla Fiera, perché uno dei consiglieri dimessi è l’ex presidente della Fiera Mauro Murgia, rovesciato poco prima del via libera al piano di rilancio del quartiere fieristico di viale Diaz.

Lunedì l’assemblea ha respinto il bilancio preventivo dell’associazione (149 no contro 94 sì) da lì le altre dimissioni: Angelo Forte, Salvatore Garau e Roberta Carboni, poi Mauro Murgia e Pierluigi Mannino. Si aggiungono a quella di un anno fa Giuseppina Nonne e Andrea Fadda. La fronda contro il presidente Alberto Bertolotti riguarda “difformità di vedute sulla gestione dell’associazione e dei rapporti interassociativi”, raccontano fonti di Confcommercio. Bertolotti è accusato, in sostanza di non aver rispettato le promesse fatte in campagna elettorale e di aver mandato avanti una gestione superficiale e troppo legata alle apparenze e ai proclami (acquario al Padiglione Nervi e albergo all’ospedale marino su tutti).

Bertolotti ostenta tranquillità. “Si son dimessi 5 consiglieri di 10 che compongono la giunta e 20 che compongono il consiglio, ma consiglio e giunta e restano in piedi e saranno ricostruiti da elezioni parziali, di fatto queste dimissioni sono irrilevanti ai fini della vita dell’associazione”, spiega il presidente di Confcommercio, il cui mandato scade tra due anni, “Non c’è una sfiducia. Trovo poi le accuse singolari dal momento che i consiglieri dimessi hanno partecipato alla via della giunta e alle decisioni unanimemente assunte da giunta e consiglio tranne un voto contrario in consiglio durante la votazione dell’ultimo bilancio preventivo, poi respinto in assemblea”.

Secondo il presidente il bilancio sarebbe sano e col varo del progetto per lo sviluppo  finanziato da confederazione nazionale “torneremo agli antichi fasti. Di certo è che questo è un momento di transizione dopo l’era Deidda. Il prossimo mandato, chiunque sarà chiamato a guidarlo, sarà quello del rilancio. Di sicuro però”, prosegue, “non si può andare avanti con gente che ha 3 lustri alle spalle, con me dirigenti che hanno 3 anni di vita associativa, dell’altra altri che sono 15 anni seduti in giunta, al secondo mandato. Nel comitato di rinnovamento per loro non c’è più spazio”.


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