Tensione sullo stadio a Cagliari. Mannino, Fdi: “Il centro commerciale a Sant’Elia non serve. Non voterò”

Strappo in maggioranza e prima grana politica per Truzzu. Mannino: “Non credo che la città necessiti di altre decine di migliaia di metri quadrati destinati al commerciale per medie e grandi strutture di vendita. Non credo che portino giovamento alle zone degradate ma so per certo che minano alla base il tessuto economico cittadino. E di questo ne abbiamo avuto prova negli ultimi 30 anni”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Strappo nella maggioranza in consiglio comunale. Pierluigi Mannino, consigliere comunale Fdi (lo stesso partito del sindaco Truzzu, ) e presidente della commissione Attività produttive annuncia che non parteciperà alla votazione sul nuovo piano di quartiere per Sant’Elia. Mannino, esponente del mondo del commercio cittadino, è contrario alla realizzazione di un nuovo centro commerciale, considerato imprescindibile dal Cagliari Calcio per la sostenibilità finanziaria dell’intera operazione stadio, e che nei piani dell’amministrazione dovrà sorgere al posto dell’attuale Sardegna Arena. E’ la prima grana politica per il primo cittadino.

“La chiamano continuità amministrativa ed io per continuità e coerenza non parteciperò al voto per l’ennesima proposta di deliberazione relativa allo stadio”, dichiara Mannino, “devo ammettere che si è cercato di limitare i danni, danni che hanno nomi e cognomi e che sono stati causati, dalla precedente amministrazione di centrosinistra, non tanto per dare risposte alle esigenze di cittadini e tifosi ma solo per, come il coniglio dal cilindro del prestigiatore, stupire l’elettore in vista delle elezioni. Mi son state date rassicurazioni su interventi di sostegno alle attività commerciali esistenti nel centro cittadino ma per coerenza”, aggiunge, “non posso concedere il mio voto positivo all’idea che contesto da sempre. Non credo che la città necessiti di altre decine di migliaia di metri quadrati destinati al commerciale per medie e grandi strutture di vendita. Non credo che portino giovamento alle zone degradate ma so per certo che minano alla base il tessuto economico cittadino. E di questo ne abbiamo avuto prova negli ultimi trent’anni. Ma non voglio fare polemiche e spero che i proponenti rivedano le loro posizioni e optino per, magari, interventi per servizi alla persona di tipo sportivo e sanitario. Siamo ancora all’inizio”, conclude, “da qui alla fase esecutiva tutto può accadere”.

Contrari al centro commerciale anche Confesercenti e il consorzi naturale centro storico. Il progetto dovrebbe arrivare in aula il primo ottobre prossimo.


In questo articolo: