Teli sulla storia di Cagliari: ecco chi vuole nascondere i reperti

Dopo la nostra denuncia sulla scoperta di un santuario nel Corso, spuntano i teli per coprire pezzi della storia di Cagliari: cosa si nasconde davvero e per quanto tempo la strada resterà chiusa?


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I lettori ci scrivono. E in questo caso ci spediscono anche una curiosa immagine del sito archeologico recentemente scoperto all’ingresso del Corso Vittorio Emanuele II, alla confluenza con il Largo Carlo Felice. Dopo il nostro foto-servizio, tra i più seguiti di oggi perché inerente la scoperta avvenuta in questo angolo di città, eccole presto ricoperte, proprio da questa sera, le antiche vestigia della Cagliari del passato: resti di un robusto muro eretto da mani esperte con la roccia calcarea. Una testimonianza del passato riemersa dall’incuria dei secoli e dell’uomo, durante lo scavo per i sotto-servizi. Per alcuni studiosi sono resti di abitazioni, forse antichi magazzini. O, probabilmente, si tratterà di un sito templare, insomma della parte integrante di un tempio sacro? Chissà se ne sapremo di più domani, con il pronunciamento della Soprintendenza archeologica. Noi siamo qui, in attesa, per sapere e per informare. Per capire il destino di questo sito che per fortuna, nel 1943 si salvò durante il bombardamento della seconda guerra mondiale. 

Le bombe devastarono questo angolo di città che, all’incirca due millenni fa, sorgeva non molto lontano dal Capitolium romano. Ora sulle antichissime pietre quadrate sono stati posizionati dei teli protettivi: un piccolo ma importante segno di interesse per queste testimonianze identitarie da studiare, da capire meglio, da proteggere con attenzione anche dai mezzi meccanici. Per quasi un mese le ruspe sono andate avanti e indietro, a due passi dalla storia celata suscitando il timore degli archeologi: “continuavano a lavorare senza che nessuno degli organi preposti alla tutela interrompesse l’attività”. 

Marcello Polastri  


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