“Supermercati chiusi in Sardegna il 25 aprile e primo maggio, grande vittoria per i lavoratori”

Serrande abbassate e niente spesa per la Liberazione e Sant’Efisio, i sindacati: “La Regione conferma le chiusure, finalmente si tutelano tanti lavoratori in prima linea e a rischio contagio. Potranno stare a casa durante le feste, nuova battaglia vinta”


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Supermercati e centri commerciali chiusi, in Sardegna, anche nei giorni “rossi” dei prossimi ponti festivi: “Vietata l’apertura nelle giornate festive del 25 aprile e del primo maggio”, così si legge nella nuova ordinanza firmata dal presidente Christian Solinas, che conferma la precedente decisione con la quale aveva disposto la chiusura degli esercizi commerciali nei giorni festivi in tutta la Regione. Sabato 25 aprile e venerdì primo maggio, quindi, serrande abbassate e carrelli fermi. Il provvedimento, già adottato per la giornata di Pasquetta, viene quindi confermato. E, per tutti gli altri giorni, vale la nuova regola: ingresso consentito negli ipermercati e nei supermercati solo per chi ha sia la mascherina sia i guanti. Sino a ieri, invece, per poter fare la spesa bastava coprirsi il volto. La notizia delle nuove chiusure viene confermata e accolta con favore dai sindacati.

“La delibera Regionale del 13 aprile precisa che al fine di ridurre le occasioni di contagio del Covid-19, tutte le strutture commerciali iper e supermercati devono chiudere le domeniche ma anche i giorni di festa il 25 aprile e il primo maggio. Esprimo soddisfazione per questa delibera”, spiega Nella Milazzo della Filcams Cgil, “sia perché garantisce maggiore sicurezza per tutti i cittadini ma soprattutto perché non rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad oggi anche da parte delle lavoratrici e lavoratori del settore. Infatti loro sono in prima linea già da più di un mese a contatto stretto con una moltitudine di persone, spesso non attente nel rispettare le norme di sicurezza, che li mettono a rischio contagio. Sempre disponibili e responsabili nel recarsi a lavoro anche con il terrore di rischiare di contrarre la malattia. Sono anche loro da applaudire per il loro impegno e quindi è giusto e corretto permettere anche a questo mondo di lavoratori di poter godere di un meritato riposo con le loro famiglie anche il giorno della festa della Liberazione e della festa dei Lavoratori del primo maggio. Per noi questa è una battaglia storica che rivendichiamo da anni con lo slogan ‘la festa non si vende’, per questo continueremo sempre a stare affianco, in questa battaglia, alle nostre lavoratrici e lavoratori”.


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