Su Stangioni, Sel si divide e attacca: “No a speculazioni elettorali”

Il coordinamento cagliaritano di Sel difende Zedda e attacca duramente il consigliere dello stesso partito Giorgio Cugusi: “Qualcuno vuole speculare sulla pelle dell’amministrazione di Cagliari”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Adesso è ufficiale: Sel si divide sull’urbanistica a Cagliari. Anzi attacca in maniera chiara il proprio consigliere regionale Giorgio Cugusi, che sabato aveva attaccato duramente Zedda sul caso Su Stangioni. Christian Locci e Matteo Massa, i due coordinatori del partito, rispondono per le rime: “Riteniamo importante esprimere la nostra netta resistenza a chiunque volesse speculare elettoralmente, nel centrosinistra ma in particolare nel nostro partito in vista delle regionali, sulla pelle della nostra amministrazione. Massimo Zedda è un interprete della linea nazionale di Sel ed é coerente con essa.

Molti nostri elettori ci misurano sulla coerenza nel campo dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile. Chi non riesce ad allinearsi su questi principi, che sono i pilastri della nostra ragione di essere Sinistra Ecologia Libertà e le nostre chiavi di lettura dell’economia e dell’uscita dalla crisi sociale, mina la nostra stessa credibilità politica.  Abbiamo già commesso un errore con il voto in consiglio regionale sul cambio di destinazione degli usi civici, voto fortunatamente subito censurato a mezzo stampa dal coordinamento regionale e al quale parrebbe essersi schierato contro tra i nostri consiglieri solo Carlo Sechi”. Poi ecco spiegato il possibileno a Su Stangioni: “Tra il 2002 e il 2010 la popolazione della città di Cagliari si è ridotta di oltre il 4%, perdendo oltre 40 mila unità in 20 anni, proprio mentre veniva costruito ogni angolo della città. Secondo il censimento del 2011 nel territorio del Comune di Cagliari circa il 7% di tutte le residenze esistenti e censite risulta sfitta o comunque non abitata (circa 5000 unità su 70.000 totali) e il mercato immobiliare è in piena recessione. Anche qualora i cittadini ci domandassero quanto ci chiedono alcuni consiglieri di maggioranza, preferiremmo al consenso – come il sindaco Zedda ha già ben spiegato – il poterci riconoscere nell’immagine dei nostri ideali non negoziabili, e non in quella di nuovi quartieri dormitorio. Concentriamoci, come suggerito da Giorgio Cugusi, su un maggiore sforzo per condividere una politica sociale della casa e gli strumenti per la sua attuazione, ma abbandoniamo le battaglie interne per il consumo del poco suolo rimasto libero dal cemento”.


In questo articolo: