Dad, focolai, ritorni in presenza ribaltati, dopo pochi giorni, da nuovi “lockdown dell’istruzione”. Il virus paga tutto, o quasi, nell’ultima battaglia degli studenti, che anche a Cagliari chiedono l’annullamento della prova scritta all’esame di maturità del superiori. Le lacune? “Troppo grandi, incolmabili in pochi mesi”. I giovani, con la vita sociale e studentesca quasi azzerata da febbraio 2020, bocciano il ministro dell’Istruzione Bianchi. E la battaglia è appena all’inizio. Paolo Monteverde, diciotto anni, studia al liceo classico Siotto: “Il Governo fa finta che la situazione sia normale e che non sia successo nulla. Invece, abbiamo passato gli ultimi anni tra didattica a distanza, attività non sempre in presenza e tante altre difficoltà. Non siamo riusciti a prepararci a dovere, e ci sono tanti problemi e complicazioni psicologiche”, afferma, “alla prova scritta dovrei dare o greco o latino, impossibile prepararmi per una prova così complessa. Torniamo a dare solo la prova orale e la tesina, cancellata negli ultimi anni nonostante sia tra le poche realtà che fa capire i reali interessi e la preparazione di ogni studente, cioè riuscire a fare capire ai professori cosa si è appreso in cinque anni”.
D’accordo anche un altro studente delle superiori, Jana Giacobbe: “Abbiamo già combattuto per togliere l’esame di maturità, il Covid non è un alibi ma un’aggravante”, sostiene, “non ho neanch’io le basi necessarie, dal punto di vista didattico le perdite sono state enormi e c’è stato anche un incremento delle diagnosi legate alle patologie mentali. I disagi, anche quelli psicologici, sono tanti: per due anni abbiamo avuto carenze anche per la vita sociale, non potranno essere mai colmate. L’esame di maturità va abolito o rivisto”.