“Stop del Tar al concorso per docente di diritto privato a Cagliari: tutto da rifare all’Università”

L’associazione Trasparenza e Merito: “Nello specifico i giudici del Tar Cagliari stabiliscono che il concorso per il posto di professore ordinario in Diritto Privato (settore concorsuale 11/A1, settore scientifico-disciplinare IUS/01) bandito nel 2019 dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo di Cagliari è illegittimo, trasparena non garantita”


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“Stop del Tar al concorso per docente di diritto privato a Cagliari: tutto da rifare all’Università”. La notizia viene ufficializzata dall’associazione Trasparenza e merito: “E’ del 1 ottobre una importantissima sentenza che crea un precedente giuridico fondamentale sul reclutamento universitario degli atenei italiani. Nello specifico i giudici del Tar Cagliari stabiliscono che il concorso per il posto di professore ordinario in Diritto Privato (settore concorsuale 11/A1, settore scientifico-disciplinare IUS/01) bandito nel 2019 dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo di Cagliari è illegittimo. Ma questa sentenza è decisiva perché segna un nuovo indirizzo da parte della giustizia amministrativa in ambito di reclutamento universitario e avrà sicuramente ripercussioni anche su altre procedure di concorso di altri settori, ben oltre l’Università di Cagliari ma anche per altri atenei. La novità di questa sentenza, infatti, è che ad essere travolta, concettualmente, da questa sentenza non è solamente la singola procedura, ma, ab origine, le stesse regole (i regolamenti degli atenei) scelte per tutte le procedure. Infatti, come abbiamo più volte sottolineato sul sito, è il sistema scelto dall’Università, secondo il Tar, a essere contro la legge, non solo il bando di concorso per il posto da ordinario di Diritto privato. Come sappiamo la legge 240/2010 impone che ogni ateneo si doti di un regolamento “generale e astratto” per la disciplina di tutti i concorsi. Invece i singoli atenei, in questo caso quello cagliaritano (ma se iniziassero ad essere avviati ricorsi e denunce su altre procedure di altri atenei se ne vedrebbero delle belle) delegano alle singole commissioni di concorso il compito di individuare le regole della loro specifica selezione, senza attenersi a determinati principi che garantiscano la trasparenza della procedura (come vuole anche la Carta europea dei diritti del ricercatore e del docente universitario), proprio a causa del mancato rispetto della legge che governa la gestione stessa dei criteri di selezione. Perché? Semplice: in questo caso, i criteri decisi dalla commissione valutativa sarebbero stati forzati rispetto ai paletti generali per l’assegnazione del punteggio e sarebbero stati scelti dopo la prima seduta della commissione, che si è tenuta cronologicamente dopo che, chi avrebbe dovuto valutare in modo imparziale e trasparente, era già venuto a conoscenza dei nomi dei docenti che si candidavano a quel posto. In una parola, illegale.

Per l’importanza del contenuto e per l’effetto a catena che questo precedente giuridico potrà avviare nel sistema di reclutamento italiano all’università sarebbe importante e utile se il suo giornale ne desse notizia ai lettori e all’opinione pubblica con un articolo o almeno segnalando, anche in breve, per dare l’opportunità a chi volesse di potersi informare su tematiche così rilevanti (la formazione della classe dirigente passa soprattutto dal reclutamento all’università) per il futuro del paese”, sostiene in una nota l’associazione Trasparenza e Merito. 

Qui la sentenza nei dettagli: https://www.trasparenzaemerito.org/post/sentenza-epocale-tar-ca-concorso-universitario-annullato-per-regolamento-di-ateneo-non-trasparente


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