Stella, 29enne sardo-laziale innamorata della Sardegna: “Il mio ‘inno’ per l’Isola magica”

“Buffasa? Beni ca cumbidu!”: questo il titolo di un lungo scritto nel quale una giovane di Anzio, Stella Ubertini, figlia di una 60enne di Esterzili, elogia tutte le unicità della Sardegna: “Oltre la Costa Smeralda c’è di più: il profumo del porceddu e, per merenda, pani e casu”. E la “dedica d’amore” arriva, grazie a Facebook, in tutto il mondo


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di Paolo Rapeanu

C’è chi vive in Sardegna per tutta una vita e la “guarda” con distacco, in alcuni casi anche con disprezzo, con quel leit motiv ormai quasi sdoganato del “meglio l’estero”. E poi c’è chi l’Isola la vede, bene andando, una volta l’anno, d’estate, e vorrebbe viverci ogni istante. Come nel caso di Stella Ubertini: 29 anni, nata e residente ad Anzio, nel Lazio, nelle sue vene scorre anche sangue sardo. Sua madre, Anna Maria Migali, è di Esterzili. E, anche se da ormai quarant’anni vive nel Comune a pochi chilometri da Roma, dove lavora come corriere espresso, i maggiori ricordi e affetti ce li ha nel piccolo paesino della Barbagia di Seulo. Come lei, anche la figlia: “In Sardegna vivono la sorella di mamma e delle mie cugine”, spiega la Ubertini, contattata da Cagliari Online. Il suo inno d’amore per l’Isola, scritto e pubblicato per gioco su uno dei tantissimi gruppi Facebook, è diventato virale in tutta Italia e anche oltre. “L’ho scritto di getto, spinta dall’amore che ho per quella che è la mia seconda casa”. Ecco la “composizione” di Stella Ubertini.
“Buffasa? Beni ca cumbidu!”. Tratto da una conversazione realmente accaduta.
– Quest’estate vado in Sardegna!
– Dove?
– Porto Cervo! E tu?
– Io anche Sardegna, ma nel paese di mia nonna, a Esterzili, ho casa.
– Davvero hai casa in Sardegna?
– Si, in montagna.
– Ah, perchè in Sardegna ci sono le montagne?
– Certo che ci sono!
– Vabbè ma che senso ha avere casa in montagna?
“Che senso ha?!?!?!?!? Mo te lo spiego! Avere una casa sui monti sardi vuol dire: Aprire la finestra e perdersi in panorami meravigliosi, godere di tradizioni popolari come gli “Urthos e Buttudos”, i “Boes e Merdules” o i “Mamuthones”, sapere cosa sia il Torrone di Tonara, preferire Su Guttiau alle patatine e i Culurgiones ai ravioli, sapere cosa sia Sa Corda e averne vista preparare una, conoscere Su Casu Marzu e Su Callu, essere abituati all’incontro di pecore, mucche e tori sulla strada, non chiudere occhio se gli uomini del paese decidono di giocare a Sa murra: battaro, chimbe, murra! Sapere che qualsiasi vecchina sulla strada ti guarderà e ti fermerà per chiederti: “E tui, filla e chini sesi?”, conoscere i Tazenda e sapere a memoria tutta la loro discografia, sapere la differenza tra Ballu Tundu e Passu Torrau e provare anche a ballarli, non esistono altre birre all’infuori dell’Ichnusa, su Circufolla è l’arcobaleno. E niente, è già meraviglioso solo il nome. Il giorno del mercato tutto il paese mangerà esclusivamente patatine fritte e pollo arrosto del camion del mercato, e la sera il pesce fresco preso allo stesso mercato, contro gli attacchi di fame, altro che merendine e cioccolata: Pane e Casu. Nelle piccole alimentari di acqua in bottiglia ne trovi, ma una ventina e monotipo. L’acqua potabile si prende alla fonte…e sapeste quanto è buona! Spunta la luna dal monte… La Sardegna è tutta bella, ma i monti tolgono il fiato. Il mare sardo è l’ottava meraviglia del mondo, ma i monti sono la nona. La Sardegna più grezza è la Sardegna più bella che c’è. La pioggia in Sardegna profuma. Sui monti ancora di più. Le case in Sardegna profumano di porceddu e pane fatto in casa. Le persone in Sardegna profumano di generosità. Io ci provo a raccontarvi quanta meraviglia c’è in una regione conosciuta purtroppo quasi solo per il suo mare, ma voi datemi retta. Non fermatevi all’apparenza nella vita…e se per le vacanze scegliete la Sardegna, addentratevi in quei monti che solo da fuori sembrano ostili. Voi lo sapete quanto amore c’è dietro la frase “Buffasa? Beni ca cumbidu!?”. Io sì! Tanto!”.


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