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di Stefano Musu
Oggi parlavo con un amico diversamente abile. Mi stava raccontando delle difficoltà date dalla patologia invalidante dalla quale è affetto, ma il discorso ad un certo punto si è spostato sulle difficoltà incontrate a livello amministrativo-burocratico.
“Stefano” mi diceva “per noi diversamente abili è già dura convivere con la malattia, in più si pone il problema dei parcheggi occupati abusivamente, delle medicine da prenotare periodicamente e non sempre (anzi, quasi mai) disponibili, dagli alti costi da sostenere per le visite mediche ulteriori rispetto a quelle fornite da SSN. Ma sai cosa mi fa arrabbiare? La gente che sfrutta la malattia di un congiunto per ottenere pass che non spetterebbero loro, che usano i bonus per l’acquisto di veicoli fatti passare per utilizzo di disabile ma che in verità acquistano macchine normalissime…”
Il mio amico è una persona onesta, un lavoratore che ha un alto senso della giustizia e della legalità. Lo Stato spesso non esegue alcun controllo sulla liceità di utilizzo dei soldi dei contribuenti e molti se ne approfittano a discapito di chi ne avrebbe veramente bisogno. In Italia, al giorno d’oggi – e complici gli evidenti abusi del passato – molte persone che avrebbero diritto ad un sussidio economico a causa delle patologie invalidanti dalle quali sono colpiti, non possono percepire nulla perché la spesa per la disabilità è già altissima e le commissioni sono altamente restrittive nel concedere nuove pensioni. Dal discorso di cui sopra, però, si può ben evincere che questa spesa venga spesso gonfiata da soggetti che non ne avrebbero diritto per servizi dei quali i diversamente abili neppure dispongono.
Sollecitare un più attento controllo delle spese è un dovere di tutti i cittadini che mirano ad ottenere dallo Stato quella giustizia che spesso le condizioni naturali negano alle persone. Impegniamoci per controllare che non vengano utilizzate scorciatoie che arricchiscono o avvantaggiano qualcuno, ma realizzano un grave danno economico e morale a chi da anni attende di vedere riconosciuti i diritti minimi ed essenziali per realizzare la propria vita senza pretese di grandezza, ma solo di giustizia.