Stangata al Colibrì di Quartu, locale chiuso per 20 giorni: “Per un 17enne trovato con un cocktail alcolico”

Il locale sul Poetto di Stefano Versace sbarrato quasi per tre settimane dal questore dopo i controlli dello scorso weekend: “Stavolta non farò ricorso, tanto mi è sempre andata male”, si sfoga il titolare. “Non posso controllare le carte di identità di tutti e, magari, quell’alcolico può essere stato acquistato da un maggiorenne. Proverò, almeno, a farmi ridurre i giorni di stop, ma su tutto il lungomare ci passo sempre e solo io”


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Venti giorni di chiusura per il Colibrì di Quartu Sant’Elena. Dopo la multa, che il titolare Stefano Versace deve ancora ricevere per avere organizzato una serata danzante, quindi proibita perchè anche il suo è un chiosco e non una discoteca, arriva la mano pesante del questore: sigilli quasi per tre settimane, a partire da oggi. Calendario alla mano, il locale potrà essere riaperto dopo il dieci giugno, a un respiro dall’inizio ufficiale dell’estate. “MI chiudono 20 giorni perchè, come scrivono nel rapprto, è stato trovato un minorenne con un alcolico. Un diciassettenne, per l’esattezza, che non aspetta certo me per bere alcol”, sbotta Versace. Che, nelle ultime estati, ha sempre avuto noie e guai in seguito ai controlli delle forze dell’ordine: “Stavolta non farò nessun ricorso, perderei solo altri soldi oltre a quelli che non potrò incassare perchè chiuso. In passato mi è sempre andata male, stavolta spero solo di trovare una mediazione e farmi abbuonare qualche giorno. Così è davvero difficile lavorare”. Già: ma le regole sono regole, se uno non le rispetta e viene beccato sono dolori.
“Verissimo”, prosegue il gestore del Colibrì nel Poetto quartese. “Ma il mio staff, banconieri inclusi, sanno perfettamente come comportarsi e mai venderebbero alcolici ai minori. Il 17enne può esserci sfuggito o, come credo, può essersi fatto comprare il drink da un suo amico o conoscente maggiorenne, non ci vuole molto ed è ingiusto che fatti simili si tramutino in legnate e provvedimenti restrittivi nei nostri confronti. Stiamo solo lavorando. O, almeno, ci stiamo provando, anche quest’anno, tra controlli fitti e costanti. Alla fine, il lavoro che faccio io è lo stesso che fanno tutti gli altri miei colleghi. Ma, chissà perchè, alla fine chi viene chiuso sono sempre e solo io. Nel mio locale, nemmeno davanti, ci sono mai stati accoltellamenti o omicidi”.


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