“La nostra è l’unica proposta di legge a favore delle zone interne, che contiene interventi mirati per invertire la tendenza di uno sviluppo a ciambella che condanna la Sardegna centrale alla desertificazione”.
Lo ha dichiarato il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni (nella foto) presentando una proposta di legge del gruppo che, “vuole aprire un dibattito serio su un argomento che, a parole, viene definito bipartisan ma, nei fatti, non riesce ad attirare l’attenzione concreta della politica, come è accaduto con le recente finanziaria”.
La nostra terra, ha proseguito Dedoni, “vive di radici, cultura, tradizioni, identità, natura e ambiente ma tutto questo acquista nuovo valore se è accompagnata da interventi di innovazione che integrano i territori, mentre invece a gravi processi di spopolamento a favore dei grandi centri urbani e costieri, un danno per tutta la Sardegna”.
Di qui, ha concluso, “le misure che abbiamo messo a punto nella nostra proposta, per incentivare con bonus fiscali gli insediamenti residenziali e produttivi nelle zone interne e nei piccoli Comuni ed il recupero di antichi mestieri tradizionali, senza trascurare le infrastrutture tecnologiche; il tele-lavoro, ad esempio, potrebbe essere una grande opportunità solo se la copertura dei servizi di connessione a banda larga venisse assicurata anche nelle aree più marginali”.
Il consigliere Luigi Crisponi ha affermato che “è assolutamente necessario superare una idea della Sardegna di mezzo di cui si parla solo per celebrazioni, attentati agli amministratori e pacche sulle spalle distribuite a seconda delle circostanze”. Citando l’esempio di una azienda monopolista delle telecomunicazioni che ha spento il suo segnale nella zona di Monte Spada a Fonni, Crisponi ha sottolineato che “proprio nei luoghi più spopolati si concentrano le politiche aggressive dei grandi gruppi industriali senza concorrenti che non esitano a lasciare al buio da un momento all’altro attività produttive e comunità: questo non lo possiamo permettere”.
Per il consigliere Michele Cossa “le azioni di contrasto allo spopolamento che proponiamo servono a tutta la Sardegna, alla Sardegna centrale dei piccoli Comuni dove gli amministratori sono quotidianamente esposti alle manifestazioni deviate di un malessere che però è reale, alla stessa città di Cagliari, dove i giovani migliori vanno via e magari diventano in pochi anni i più bravi manager di qualche multinazionale”.
In definitiva, ha concluso, “tutta la Sardegna ha un grande problema complessivo di accessibilità, con l’esterno ma anche al suo interno, che riguarda funzioni strategiche come trasporti, sanità, scuola e servizi pubblici; un problema che per noi richiede scelte forti e coraggiose ma soprattutto inclusive”.