Per poco più di due mesi ha lavorato di indice, cioè cliccando per svariate ore al giorno il display del suo cellulare per acquistare recensioni di qualunque tipo di prodotto acquistato online da estranei, riuscendo a inserire le stesse recensioni in un portale dal quale, però, ha ottenuto più danni che benefici. Sabrina Casti disoccupata 53enne di Quartu lo ammette: “Credo fortemente di essere stata truffata”. Tutto inizia con un sito che, almeno dall’intestazione, sembra richiamare un portale fatto in Germania: “Mi sono iscritta e, passo dopo passo, una donna via Whatsapp mi ha fornito tutte le indicazioni del caso”. Doveva chiudere almeno “trentotto transazioni al giorno”, Sabrina Casti. E un primissimo bonifico “da 144 euro”, ha portato la donna a pensare di poter guadagnare, ogni mese, una bella sommetta: “Sono sola al mondo, qualche tempo fa è morto mio fratello e non lavoro. Da agosto non avrò più la casa nella quale vivo da tanti anni e ho in programma di andare a cercare un futuro migliore in Friuli Venezia Giulia”. Meglio, aveva in programma la partenza, la Casti: “Nel conto sono rimasti 59 euro. Gli amici più cari mi hanno dato cinquanta euro per la spesa e aiutato col pagamento di acqua e luce, ma è chiaro che non posso andare avanti così”. Ma come mai il suo conto è stato praticamente prosciugato? Ciò che emerge è che ogni operazione l’abbia svolta la stessa cinquantatrenne.
“Ero arrivata a circa ventimila euro di guadagno, ma siccome per qualche giorno il mio account era stato bloccato, un venditore aveva fatto un reclamo contro di me e, per riandare in positivo, dovevo acquistare 3000 Usdt. Così mi hanno spiegato i responsabili del sito, via messaggio”. Ma lei aveva già fatto altri acquisti di criptovalute: “Non potevo più permettermi spese, dovevano pagarmi. Ma così non è stato, alla fine anche i soldi che ho incassato in due mesi, settemila euro, sono svaniti. Ho già preparato tutti i documenti per denunciare il fatto alla polizia Postale. Senza quel denaro da agosto non avrò più un tetto e non saprò che ne sarà di me. So, purtroppo, che tante altre persone non sono state pagate dalla stessa società e, che, solo in pochissimi casi, dopo tante proteste e lunghe trafile hanno avuto quanto gli spettava”.