L’anima di piccola taglia è un’indole timida, sembra distratta, parla poco, cerca un centro, ma vive al confine tra persona e personaggio, in un gioco delle parti che nasce dal cortocircuito dell’io e delle sue quattro identità.
Ognuna è intrisa dell’altra, quattro identità racchiudono l’uno.
Quattro donne, proiezioni della realtà o nella realtà, rappresentano nuove direzioni, nuovi ruoli, nello scambio tra il sé e l’altra.
Quattro stati del pensiero, visivo, sonoro, in movimento, distinti o collegati, in relazione sottile e incomprensibile.
Sound Around the Island presenta, nel sesto appuntamento di Teatrabili, uno spettacolo che sperimenta l’improvvisazione nella struttura scenica e concettuale. Un elogio dichiarato alla sconclusione, intendendo per sconclusionato ogni processo creativo che per definizione non segue una logica, non arriva a “una giusta” conclusione, non raggiunge “chiaramente” lo scopo.
Per superare dunque il luogo comune della coerenza, Anima di piccola taglia è un divertissement o un pretesto, procede per tentativi di connessioni libere o slegate, alla non-ricerca di nessi significativi, ma vorrebbe arrivare all’empatia, di riconoscersi facilmente nel disordine o nella distrazione del no-sense.
Il testo racconta, ma non è una narrazione. Le immagini rappresentano, ma non descrivono. Il movimento non è danza, ma un’espressione corporea. La musica è un continuo intermezzo di note. Senza fine.