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Sono giorni decisivi per la politica italiana. Il Consiglio Ue è stato chiamato a discutere le proposte concordate dall’Eurogruppo due settimane orsono, concernenti le misure da adottare per sostenere finanziariamente gli stati nella lotta all’epidemia di coronavirus. Ma sono anche i giorni in cui si definiscono sempre più in dettaglio tempi e soprattutto modi della cosiddetta “Fase 2”, quella della riapertura dopo un lockdown che dura ormai da un mese e mezzo.
Raramente l’Italia si è trovata in una fase in cui era tanto necessaria una chiara linea politica e una forte compattezza istituzionale. Sia per essere più autorevole in sede europea, dove le prove di forza dialettiche lasciano il tempo che trovano, e i risultati si ottengono con pazienza costruendo alleanze ampie contemperando i vari interessi in gioco; sia, soprattutto, per trovare la miglior formula possibile che facesse gradualmente ripartire un intero Paese, scongiurando il rischio di “riaccendere” l’epidemia, senza indugiare in divisioni dettate dalla tattica politica e dalla ricerca del consenso di breve periodo. Continua a leggere su Agi.it