Solidarietà ai prigionieri politici palestinesi,sit-in in piazza Yenne

Cagliari scende in piazza in solidarietà dei prigiornieri politici palestinesi nelle carceri israeliane “costretti a trattamenti disumani”. L’Associazione Amici Sardegna Palestina chiama a raccolta associazioni, partiti e cittadini: “E’ necessario prendere un posizione chiara a sostegno dei prigionieri in sciopero della fame da oltre un mese, per chiedere un miglioramento delle condizioni detentive”


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Cagliari scende in piazza in solidarietà dei prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane. Il sit-in di protesta, previsto per domani, alle 18 in piazza Yenne,  è organizzato  delll’Associazione Amicizia Sardegna Palestina che chiama a raccolta associazioni di volontariato, cittadini, sindacati, i partiti e i movimenti politici a “prendere una posizione chiara a sostegno della protesta dei prigionieri politici in sciopero della fame da ormai più di un mese per chiedere un miglioramento delle condizioni detentive e un accesso regolare alle visite familiari e degli avvocati.”

Secondo le stime sono oltre 7000 prigionieri politici nelle carceri israeliane, per l’associazione Sardegna Palestina sarebbero “sottoposti a trattamenti disumani che colpiscono inoltre le loro stesse famiglie. Torture, mancanza di assistenza medica adeguata, veri e propri omicidi avvenuti subito dopo l’arresto, hanno portato a 210 il numero dei palestinesi morti nelle carceri israeliane. 600 sono i reclusi in detenzione amministrativa, cioè senza un capo d’imputazione, senza processo e senza diritto alla difesa. La detenzione amministrativa è rinnovabile ogni 6 mesi e questo sta portando alcuni a raggiungere il quarto anno di reclusione.

Le stime di Addameer, associazione palestinese non governativa che opera in difesa dei diritti dei prigionieri, parlano inoltre di circa 300 bambini reclusi. “I prigionieri politici – continuano – stanno oggi rischiando la vita per chiedere  la fine della politica dell’isolamento carcerario; la fine della politica del fermo amministrativo;  migliorare le condizioni della prigionia; migliorare la questione delle visite familiari; l’assistenza sanitaria; i trasporti e l’istruzione.”


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