Smart working fino a giugno, ma solo per i lavoratori privati: ecco come funzionerà

Sedici milioni sul piatto dal governo. Insorge l’Ugl: discriminazione verso i dipendenti della pubblica amministrazione


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Lo smart working per i lavoratori fragili, dunque più esposti ai rischi del contagio da Covid, e per i genitori con figli minori di 14 anni nel settore privato viene prorogato fino al 30 giugno 2023, anche in assenza degli accordi individuali e “a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione”. Lo stabilisce un emendamento al decreto Milleproroghe presentato in extremis dal Pd e approvato nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato.

Vengono stanziati 16 milioni di euro, per garantire la proroga al 30 giugno 2023 della norma che permette ai lavoratori fragili che non potrebbero andare in smart working perché svolgono funzioni essenziali di essere adibiti ad un’altra mansione mantenendo le retribuzioni e venendo sostituiti da altri lavoratori.

Sul fatto che lo smart working venga prorogato solo per i dipendenti privati interviene il sindacato Ugl che parla di “occasione persa e di “discriminazione in atto in tema di smart working verso i dipendenti pubblici, mentre sarebbe stato necessario uniformare la legislazione per i lavoratori fragili siano essi pubblici o privati. È questa una disattenzione incresciosa che ancora una volta lede la dignità dei dipendenti pubblici, in questo caso fragili”.


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