Siurgus Donigala in zona rossa, è il sedicesimo comune in lockdown in Sardegna

Casi di variante inglese nelle scuole del paese. Il sindaco Perra chiude tutto. Il virus continua a infestare i comuni sardi


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Zona rossa anche a Siurgus Donigala. E’ il sedicesimo Comune in Sardegna. Si aggiunge a Bultei, Soleminis, Burcei, Villa San Pietro, Donori, Pula, Samugheo, Sindia, Uri, Gavoi, Golfo Aranci, Bono, Pozzomaggiore, Sennariolo e Capoterra. Il sindaco Antonello Perra oggi ha ricevuto le note sanitarie sulla diffusione del Sars-Cov2 con la quale l’Ats evidenzia dall’analisi dei dati sui casi confermati e residenti nel Comune di Siurgus Donigala, un aumento della diffusione dell’infezione da Covid-19 nella popolazione negli ultimi 7 giorni pari a 838, ben superiore al valore  definito come criterio per l’individuazione delle zone rosse  pari a 250 su 100.000. Si parla di casi positivi sono distribuiti nella popolazione generale nelle varie fasce di età e di due focolai scolastici nella scuola dell’infanzia e nella primaria, con evidenza laboratoristica di dropout per il gene S del virus Sars-CoV2, condizione tipica in presenza di variante dello stesso virus. Insomma, una situazione epidemiologica che presenta le condizioni di un rapido peggioramento con la probabilità di generare un ulteriore incremento della diffusione del virus.

E così Siurgus Donigala sarà zona rossa fino al 17 aprile. Sospese le lezioni nelle scuole, il commercio ambulante, il mercato settimanale e le attività inerenti i servizi alla persona (saloni di barbieri e parrucchieri,  centri estetici, attività di tatuaggio e piercing. Chiusura al pubblico di cimiteri, biblioteca, aree pubbliche, impianti sportivi e Casa Comunale. Chiusi tutti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Bar- Pizzerie) E’ consentito fino alle ore 18.00 il servizio di asporto per i Bar, le pizzerie potranno consegnare a domicilio fino alle ore 22. Vietato il consumo su aree pubbliche di alimenti e bevande di qualsiasi tipo e genere sia in forma itinerante che statica e qualsiasi forma di assembramento anche se si utilizza un dispositivo di protezione delle vie respiratorie. Deve inoltre essere mantenuta la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e di almeno due metri se si pratica attività sportiva. “Attualmente i casi di positività ammontano a: 21 unità”, conclude Perra, “la salute viene prima di tutto. Per poter tornare nei parametri stabiliti, rispettiamo  le regole. L’alternativa è prolungare la “zona rossa” e questo nessuno di noi lo desidera”.


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