Sinnai, la disperazione di una coppia: “Truffati da un avvocato, non abbiamo più la nostra casa”

Un prestito da rendere alla banca, quasi 50mila euro dati a un legale che, però, non li versa mai e alla fine li restituisce. L’abitazione di Lia Piras e Salvatorangelo Mattana, intanto, va all’asta e viene comprata: “Mio marito, a 56 anni, dorme in auto, io da un’amica e nostra figlia dalla suocera: vogliamo giustizia”


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Una coppia senza più un tetto sopra la testa, soldi riavuti indietro ma troppo tardi per mettere una pezza ed evitare che il giudice mettesse all’asta la loro abitazione. Lia Piras, casalinga 56enne di Sinnai, e il marito Salvatorangelo Mattana, muratore di cinquantanove: sono loro a essere stati sfrattati dall’immobile di via De Chirico a Sinnai 14 due giorni fa. L’avevano detto sin da subito: “Siamo disposti a ricomprare la casa, siamo vittime di una truffa”. E il truffatore, stando alla denuncia presentata ai carabinieri di Sinnai e che sarà trasmessa alla Procura di Cagliari dalla donna, difesa dall’avvocato Daniele Morelli, è “un avvocato”. Nelle carte c’è il nome, si tratta di un legale di Quartu Sant’Elena di 48 anni che ha il suo studio a Cagliari. La ricostruzione fatta nella denuncia ha periodi e cifre ben precise: nel 2011 arriva una “esecuzione immobiliare” da parte della banca alla quale Salvatorangelo Mattana aveva chiesto un prestito, nel 2000, di centoventi milioni di lire. Il caso finisce in tribunale e la moglie si rivolge ad un legale per farsi tutelare e ripianare i soldi non restituiti all’istituto bancario. Nelle mani dell’avvocato denunciato per truffa finiscono, negli anni, “somme variabili tra i 500 e 1800 euro”, sino ad arrivare alla cifra totale di “diecimila euro”. Poi, il legale si fa consegnare “35mila euro con un assegno, a fronte di un debito che, considerate le spese di procedura era pari a circa 50mila euro”. La donna sarebbe sempre stata rassicurata dal legale “circa la immediata chiusura della procedura ed il conseguente svincolo dell’appartamento”. Cioè, l’avvocato avrebbe garantito di avere sempre versato i soldi alla banca. Invece, a ottobre 2021, Lia Piras riceve “un avviso di vendita dell’immobile per l’incanto da tenersi nel mese successivo, ovvero il 16 novembre 2021”. La casa è stata aggiudicata e assegnata regolarmente ad un uomo. La donna cambia avvocato, a quel punto, cerca di fare sospendere la procedura ma, alla fine, il 26 luglio scorso, la coppia con la figlia vengono sfrattati. Oggi, inoltre, c’è stato un incontro in Comune tra il sindaco Tarcisio Anedda, la Piras e il nuovo proprietario della casa, con il suo avvocato, Emanuele Foddis: “Un incontro cordiale, bisogna condonare e sanare alcuni abusi per ordine del giudice entro il prossimo 5 settembre. Poi, se la donna avrà i soldi per riacquistare la casa, rispetteremo questa sua volontà. Al momento non possiamo restituirgliela proprio perchè c’è un abuso”. Un fatto, quello odierno, slegato ovviamente dalla denuncia per truffa.
“Mio marito dorme in macchina, io da un’amica e nostra figlia dalla suocera. Avevamo chiesto un prestito alla banca, nel 2000, per la sorella di mio marito, io avevo fatto da garante”, racconta Lia Piras. “L’avvocato che ha preso i 10mila euro e l’assegno da 35mila ci ha restituito tutto, ma non ha mai provveduto a saldare il debito che avevamo con la banca. È stata una dipendente dell’istituto bancario ad avvisarmi, dicendomi che l’avvocato non stava facendo i miei interessi. Vogliamo giustizia”. L’avvocato della donna, Daniele Morelli, è netto: “Abbiamo protocollato la denuncia per truffa perchè, anche se l’avvocato ha restituito tutti i soldi, non ha mai difeso la coppia nella partita della restituzione dei soldi alla banca. Se Lia Piras e Salvatorangelo Mattana oggi non hanno più un tetto, è solamente perchè sono stati truffati da chi, invece, avrebbe dovuto tutelarli”.


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